MONFALCONE – F2i Holding portuale porterà nuovi traffici al porto di Monfalcone. La volontà è stata ribadita ieri in occasione di un incontro organizzato dal Propeller locale proprio per presentare i programmi del network che ha recentemente acquisito CPM e MarterNeri.
La serata è stata caratterizzata dal dibattito sulle difficoltà della convivenza fra traffico crocieristico e traffico commerciale. Difficoltà che però non sembrano intaccare le intenzioni di F2i HP, che già nei mesi scorsi aveva sottolineato l’intenzione di investire in maniera pesante sullo scalo.
«Importiamo materie prime ed esportiamo simboli della competitività italiana, quindi facciamo un qualcosa che va al di là del semplice caricare e scaricare navi» ha spiegato ieri Alessandro Becce (ad di F2i HP), illustrando i nuovi scenari della portualità nel contesto della pandemia da Covid-19, del Decreto sulle crociere a Venezia e delle dinamiche macroeconomiche per le quali, su alcune tipologie di merce dove i costi dei noli hanno favorito il passaggio dai container alle merci varie.
Capacità di investimento e flessibilità dell’offerta con la collaborazione tra le varie sedi dovrebbero essere le armi vincenti per un rilancio del porto: «Monfalcone può crescere ulteriormente» ha concluso Becce.
In precedenza il presidente di F2i, Umberto Masucci, aveva citato anche i traffici di Arvedi come potenziali novità. «Stiamo valutando di dirottare traffici Arvedi su Monfalcone» aveva detto Masucci. In particolare si tratta di mettere lo scalo del Friuli Venezia Giulia a disposizione delle navi (oggi destinate a Marghera) che trasportano rottami, coils e altri prodotti finiti per le acciaierie del Gruppo Arvedi a Cremona. Il porto potrebbe anche essere utilizzato per i traffici del laminatoio a freddo dell’ex Ferriera di Trieste.
Un altro segnale importante è arrivato ieri a margine della serata, quando Becce ha dichiarato che F2i sta lavorando anche sul fronte dei project cargo. Ad una specifica domanda di Adriaports sulla possibilità di indicare Monfalcone come meta nell’Alto Adriatico per traffici break bulk che trovano difficoltà nei porti del Tirreno, la risposta è stata positiva.
«Sì, anche questa è un’ipotesi sulla quale stiamo lavorando. Vorremmo portare a Monfalcone project cargo e per questo stiamo per comprare l’equipment di banchina necessario. Non sono operazioni che si fanno in pochi giorni, ci vuole tempo, ma è quello che faremo». In particolare le società F2i a Monfalcone dovrebbero essere a breve dotate di un “millepiedi”, sistema multiruota per la movimentazione a terra di carichi speciali.
La serata organizzata dal Propeller con il titolo “F2i Holding Portuale SpA nel Porto di Monfalcone: presenza, ruolo, prospettive, relazioni con il territorio” è stata anche caratterizzata da una polemica sul ruolo dell’Articolo 17. A chiamare in causa i lavoratori è stato Pieter Flohil, direttore della Compagnia di Navigazione Spliethoff, che ha annunciato la rinuncia al porto di Monfalcone proprio per la difficoltà di convivenza col traffico crocieristico. «La nostra tipologia di merce è speciale e richiede manodopera specializzata e l’art. 17 non è la soluzione. Finora ci sono state fatte promesse ma non abbiamo visto soluzioni. Speriamo in un cambiamento di tendenza. Per noi la chiave è sempre la manodopera” ha detto Flohil.
«Ieri non siamo intervenuti perché non era il momento per farlo, ma ci sentiamo offesi da quelle dichiarazioni. Il personale dell’articolo 17 è altamente specializzato e CPM ha sempre lavorato con il nostro personale» risponde oggi Mitter Mandolini, presidente di Impresa Alto Adriatico, fornitrice della manodopera per i picchi di lavoro al porto di Monfalcone.
«Le crociere sono un traffico che dà fastidio, e ognuno pensa per il proprio cliente e se ne sbatte del traffico del porto, che è invece una comunità unica e credo debba lavorare per un interesse comune. Se un armatore dice 2non vengo più a Monfalcone”, parla del porto e tutte le imprese debbono avere un interesse comune. Le crociere sono un’opportunità per il Porto di Monfalcone e, con tutte le difficoltà del caso, abbiamo dimostrato di poter svolgere questa attività. Il direttore di MSC ha sempre lodato il servizio e di questo siamo fieri. Il fatto di avere la nave da crociera sabato e domenica non sposta molto per gli altri traffici: di domenica non c’è merce deperibile o consegna di bramme. Credo che con un po’ di tranquillità si possa convivere» conclude Mandolini.