MONFALCONE – Nuovi investimenti in arrivo per il porto di Monfalcone. Si è tenuto ieri un incontro tra i sindacati locali e i rappresentanti del Gruppo F2i, proprietario delle aziende CPM (Compagnia portuale di Monfalcone) e MarterNeri.
I dettagli sull’incontro, ma soprattutto sulle intenzioni delle aziende sono stati rivelati oggi dall’edizione locale de Il Piccolo, secondo il quale sarebbero ben 15 i milioni di euro che saranno spesi per nuove attrezzature (gru e mezzi meccanici).
La questione si inserisce su due importanti filoni che in questi mesi stanno attirando l’attenzione sullo scalo guidato dall’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale: occupazione e organizzazione del lavoro.
Per quanto relativo ai nuovi posti di lavoro, i sindacati hanno spiegato che saranno ampliati non appena sarà ufficializzata l’organizzazione del lavoro. In particolare, MarterNeri si occuperà di operazioni di banchina (ex art. 16 della Legge 84/94) ma in parte anche di fare il terminalista (ex art. 18).
Entrambe le aziende (MarterNeri e CPM) appartengono al fondo F2i Sgr. L’ultima acquisizione è stata portata ea termine nells corse settimane quando FHP, holding portuale di F2i, controllata dal Terzo Fondo F2i (42%) e dal Fondo F2i-ANIA (58%) ha comprato CPM dal Gruppo TO Delta. Il Gruppo FHP ha così rafforzato la propria presenza nell’Alto Adriatico con l’acquisizione di un secondo terminal a Monfalcone, dopo quello di MarterNeri ed i siti di Mestre e Chioggia. Considerando Carrara e Livorno, il totale sale a otto, con un fatturato di 110 milioni di euro e oltre 500 dipendenti. CPM e MarterNeri, terminal fisicamente contigui, opereranno commercialmente come un’unica entità, con l’obiettivo – aveva fatto sapere il Gruppo – di conseguire efficienze operative a beneficio degli operatori e del territorio di riferimento.
Una sinergia della quale abbiamo dato notizia in questi giorni, legata all’attualità sui problemi relativi ai carichi di acciaio e prodotti siderurgici.
Resta invece aperta la questione legata alla convivenza tra le merci convenzionali e le crociere, che al momento si dividono le banchine. Dopo le notizie positive che avevano fatto diventare Monfalcone uno scalo per MSC in conseguenza alle problematiche di Venezia, si erano prospettate soluzioni per non far confliggere i due traffici. Ora, in chiusura di stagione per le “navi bianche”, ci sarà un po’ di tempo per pensare ad una soluzione: dragaggi o pontile dedicato.