MONFALCONE – Maggiore sicurezza per i lavoratori dipendenti e armonizzazione dei trattamenti da parte dei terminalisti al porto di Monfalcone.
Di questo si è discusso nei giorni scorsi, oltre che nell’incontro tenutosi lunedì, tra sindacati, aziende e Autorità di sistema portuale.
“Durante la riunione sono emerse numerose problematiche che coinvolgono i lavoratori dipendenti delle imprese concessionarie operanti all’interno del porto, con particolare riferimento alla sicurezza, all’illuminazione, allo stato delle banchine, alla viabilità e alle consuetudini operative del porto stesso” fanno sapere i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil.
Tema principe dell’incontro però, la necessità, da parte dei sindacati, di condividere un protocollo per armonizzare i diversi trattamenti. «Il percorso è stato accettato dall’Authority e dalle aziende. Si sta preparando un documento. Abbiamo ribadito – spiega Saša Čulev della Cgil – che se le aziende devono fare utili, non si fa attraverso la riduzione dei costi del lavoro, ma attraverso le capacità commerciali delle aziende stesse». A breve, inoltre, si innescherà la discussione sulle integrazioni al contratto nazionale e i sindacati vogliono affrontare la questione all’unisono con i quattro terminalisti di Portorosega.
Nel corso del confronto, il Commissario dell’Authority, Vittorio Torbianelli, ha manifestato piena disponibilità a risolvere con tempestività le questioni ancora aperte. In particolare, è stato sottolineato che alcuni aspetti, come l’illuminazione e la viabilità, sono già in fase di risoluzione, mentre altre problematiche sono già state affrontate.
Nel dibattito è stato fatto presente che molti degli attuali lavoratori “storici” del porto sono coloro che, iniziando come giovani operai, hanno vissuto le trasformazioni del porto di Monfalcone. “Questi lavoratori hanno contribuito alla continuità dell’attività portuale durante un periodo critico, quando la Compagnia S.c.a.r.l. rischiava la chiusura. In seguito, questi stessi lavoratori hanno assistito al passaggio alla nuova Compagnia Portuale, un’azienda che, nel perseguire una maggiore produttività, ha introdotto un sistema di gestione diametralmente opposto rispetto a quello basato sulla socialità e sul rispetto delle professionalità, che caratterizzava i primi anni di lavoro in porto” si legge in una nota, con riferimento alla società entrata nell’orbita di FHP Holding portuale.
“Oggi, consapevoli del cambiamento che il lavoro portuale ha subito e della crescita delle imprese, assistiamo alla trasformazione di abitudini consolidate in nome della produttività, spesso a discapito del riconoscimento delle competenze e dell’impegno dei lavoratori. Nonostante ciò, viene costantemente richiesto un livello di flessibilità che, come Organizzazioni Sindacali, siamo pronti a offrire nei limiti previsti dal Contratto Nazionale, ma che deve essere concordato tra le parti, come stabilito dagli accordi collettivi. Ci auspichiamo che il confronto possa portare a una conclusione positiva per tutti i soggetti coinvolti” spiegano ancora le organizzazioni sindacali.