TRIESTE – «Domani non ci sarà uno sciopero ma una manifestazione che sarà spostata ai varchi del porto di Trieste». «Se darò le dimissioni non sarà colpa del governo ma sarà colpa del Clpt e di Stefano Puzzer in particolare. Se si è uomini, non si danno le colpe agli altri».Frasi forti quelle pronunciate oggi in conferenza stampa da Zeno D’Agostino (presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale) che ha confermato l’intenzione di dimettersi, qualora il porto di Trieste venga bloccato così come preannunciato dai sindacati Usb e dal Coordinamento dei lavoratori portuali.
D’Agostino ha poi parlato dell’affidabilità dello scalo e dei rischi per il mercato, qualora non vengano garantite pianificazione e attendibilità. «Domani succederà qualcosa, ma da dopodomani, ne ho parlato in Prefettura, diventa una questione di ordine pubblico. Chi vuole andare a lavorare dovrà poterlo fare».
Alla domanda su possibili complotti politici dietro l’iniziativa dei portuali, D’Agostino ha risposto negativamente: «Non vedo contaminazioni politiche. Il problema è che si è entrati in un vortice troppo grande e non si sa più come gestirlo».
In serata però, l’assemblea dei lavoratori portuali coinvolti nell’agitazione contro l’obbligo di Green pass ha annunciato che chiunque voglia andare a lavorare in porto, domani sarà libero di farlo. Davanti agli ingressi del porto sono attesi manifestanti provenienti anche da altre parti d’Italia a sostegno delle tesi del ClpT e in particolare sulla discriminazione e sulla limitazione della libertà personale che sarebbe procurata dall’obbligo di esibire il Green pass.
Nel pomeriggio, sul tema era intervenuto anche il Prefetto di Trieste, spiegando che si trattava di uno sciopero non autorizzato e del rischio di incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio per chiunque blocchi l’accesso allo scalo.
Domani, intanto a partire dalle 6, i manifestanti si sono dati appuntamento davanti al Varco 4 che fronteggia l’ingresso al terminal container del Porto di Trieste.