TRIESTE – Trieste Marine Terminal, società che gestisce il molo VII della scalo del Friuli Venezia Giulia, è in procinto di passare di mano.
Questi almeno i rumors che si sono accesi già da qualche mese a Trieste, portati ieri alla luce da un articolo di Shipping Italy. In ballo ci sarebbe il 50% del capitale della società concessionaria Trieste Marine Terminal, in mano al Gruppo T.O. Delta. La trattativa, della quale è già stata informata – come da prassi – l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale, porterebbe portare all’ingresso di un nuovo azionista o comunque a un cambio degli attuali equilibri azionari.
Ad oggi, il Gruppo Msc possiede il 50% di TMT, guidata però da uomini di TO Delta. Il resto delle quote, in mano alla famiglia Maneschi, sarebbe sul mercato e proprio MSC dovrebbe essere il principale interessato a rilevarne buona parte. Nelle trattative esisterebbe anche un ruolo riservato a un Fondo d’investimento che però dovrebbe comunque ricevere il gradimento di MSC. Difficile pensare, infatti, che il Gruppo svizzero di Gianluigi Aponte possa essere escluso dal dare il placet ad un’operazione dove si trova coinvolto come partner commerciale, protagonista del traffico.
Su tutto vigila una clausola inserita nel prolungamento della concessione (per 60 anni) accordato nel 2014, che vieterebbe il controllo di una partecipazione superiore al 50% del capitale a società armatoriali o a entità a loro collegate. Una clausola da qualche esperto ritenuta superabile, inserita a suo tempo per assicurare una certa indipendenza e terzietà nella gestione di quella era l’unica banchina dello scalo dedicata ai container. Dopo l’ingresso in servizio del terminal Hhla Plt Italy con la prospettiva di realizzare il Molo VIII come secondo terminal container, la situazione non è più tale e TMT non detiene più l’esclusiva per quel genere di traffico.
Al di là degli aspetti relativi alla trattativa tra privati, la questione riguarda anche il futuro del porto di Trieste. Di recente, il presidente dell’Autorità portuale, Zeno D’Agostino, interpellato in merito alla crescita costante (e alla conseguente concorrenza) dei porti di Capodistria (Slovenia) e Fiume (Croazia), aveva detto di ritenere che la risposta del porto di Trieste fosse nella costruzione del Molo VII e quindi di un secondo, vero, terminal container.
Oltre ad evidenziare lo sforzo dello scalo verso la costruzione di un sistema logistico regionale per dare risposte che altri porti non possono dare, D’Agostino aveva spiegato la sua vision per quanto relativo al traffico container: «Avere una compagnia che gestisce un terminal (il riferimento era a MSC al Molo VII) non è per niente uno svantaggio, come pensano in molti, ma certo è che alcuni concorrenti sono portati a fare scelte diverse. Per questo, il tema di avere a disposizione un secondo terminal container, è importante».
Il terminal container sarà interessato nei prossimi mesi da interventi di peso, compresi nel Fondo complementare legato al PNRR. Si tratta di lavori per l’ammodernamento e il miglioramento del molo, attraverso il ripristino strutturale e la riorganizzazione del layout del terminal. L’importo a base d’asta – curata da Invitala – è di circa 1,3 milioni di euro e la scadenza è fissata per il 7 giugno 2022. L’opera è finanziata per un valore di 100,5 milioni di euro.
La notizia della trattativa per la cessione delle quote di TO Delta – al di là delle voci circolanti da parecchi mesi – esce a poco più di tre anni dalla morte di Pierluigi Maneschi, grande artefice del rilancio del Molo VII proprio con TO Delta. La famiglia Maneschi, dopo essere subentrata nel controllo della società, al momento è impegnata (assieme a MSC, appunto) nel bando di gara per i lavori di ampliamento del Molo VII. Lavori che dovrebbero iniziare a novembre e che sono legati al rinnovo della concessione avvenuto nel 2014. Nel frattempo, con la firma avvenuta lo scorso anno, TO Delta ha già ceduto le attività del Porto di Monfalcone, vendendo a F2i Holding Portuale la controlla CMP (Compagnia portuale di Monfalcone).