TRIESTE – È salpata oggi pomeriggio dal Canale navigabile di Zaule la Imke, general cargo con a bordo una delle ultime serie di motori marini prodotti dallo stabilimento Wartsila di Trieste e destinati in Corea.
Dopo la decisione della casa madre finlandese di chiudere la produzione nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra, è attesa la spedizione di ancora una serie di motori cosiddetti power plant, per la produzione di energia elettrica a terra. Poi basta. Resterà a Trieste il reparto Ricerca e forse si assisterà ancora a qualche spedizione spot di unità provenienti dall’estero.
Al momento c’è ancora attesa per capire quale sarà la realtà industriale destinata a sostituire l’erede della Grandi Motori nel comprensorio di FreeEste.
Proprio per questo il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha convocato per giovedì 23 marzo 2023 (ore 11.00 a Palazzo Piacentini) il Tavolo sulla vertenza, che sarà presieduto dal sottosegretario Fausta Bergamotto. Sono state invitati a partecipare i rappresentanti dell’azienda, della Regione Friuli Venezia Giulia e le parti sociali.
Dei giorni scorsi l’appello dell Uilm – nazionale e regionale – per salvaguardare i circa 400 posti di lavoro, oltre all’indotto, ma anche l’importante capacità produttiva tecnologicamente avanzata e una manifattura di eccellenza, con competenze e professionalità, da preservare. «È stata grave la decisione di Wartsila di dismettere la produzione nel sito di Trieste, sarebbe ancora più grave se l’Italia non si adoperasse per preservarne il know how» avevano detto Guglielmo Gambardella, Segretario naz.Uilm, e Antonio Rodà, Segretario Uilm Trieste-Gorizia, in audizione alle Commissioni riunite X (Att.produttive) e XI (Lavoro) della Camera.
Sempre secondo la Uilm, il Piano industriale presentato da Wartsila il 1 febbraio e basato sul centro di Ricerca e Sviluppo e sui servizi, non offre sufficienti garanzie per continuare le attività. Per questo sono stati chiesti maggiori investimenti e reale capacità di stare sul mercato, anche oltre i tre anni previsti dal progetto.
Nella prima settimana di marzo, hanno ricordato i sindacati, si sarebbe dovuto tenere un incontro per la verifica delle manifestazioni di interesse per le attività in dismissione, invece «siamo alla seconda settimana e non siamo stati ancora convocati» hanno sottolineato dalla Uilm.