TRIESTE – Dopo dieci mesi a 50 metri di profondità, il relitto del Bayesian è stato riportato in superficie.
Il maxi yacht a vela, affondato nell’agosto 2024 durante una tempesta al largo di Palermo, è stato recuperato in un’operazione complessa durata tre giorni e condotta da aziende specializzate olandesi in coordinamento con le autorità italiane.
Il Bayesian, lungo 56 metri, era affondato nei pressi di Porticello durante una violenta burrasca estiva che ha causato la morte di sette persone, tra cui l’imprenditore britannico Mike Lynch e sua figlia. L’incidente ha innescato indagini parallele in Italia e nel Regno Unito, alla ricerca di cause strutturali e operative dell’improvviso capovolgimento.
Il recupero, stimato in circa 30 milioni di dollari e coperto dagli assicuratori, è stato eseguito da HEBO Maritiemservice e Smit Salvage. Il relitto è riemerso in assetto, sebbene con danni evidenti e senza l’albero, spezzatosi in un tentativo fallito di recupero a maggio, durante il quale ha perso la vita un sommozzatore olandese. Lo yacht è ora trainato verso il porto di Termini Imerese per analisi tecniche approfondite.
Le prime ricostruzioni suggeriscono che il Bayesian si sia capovolto in meno di un minuto, con raffiche di vento oltre i 60 nodi. Alcune ipotesi parlano di fenomeni improvvisi come raffiche discendenti o trombe marine. Un’altra imbarcazione ancorata nelle vicinanze non ha subito danni.
Nel frattempo, l’agenzia britannica per la sicurezza marittima ha già segnalato criticità progettuali riguardo alla stabilità dello yacht, che diventava instabile oltre certe inclinazioni. Non si escludono però anche concause come portelli lasciati aperti o guasti al bulbo.
L’Autorità giudiziaria italiana valuta l’eventuale responsabilità per negligenza, con particolare attenzione ai sistemi tecnici, alle scelte operative dell’equipaggio e alla configurazione dello yacht al momento dell’ancoraggio.