TRIESTE – Ancora un nulla di fatto, per il futuro dello stabilimento Wartsila di Trieste, dopo l’incontro di ieri al ministero delle Imprese e del made in Italy.
Con una nota comune, i sindacati presenti hanno definito deludente il confronto “visto che la multinazionale Wartsila non ha adempiuto agli impegni presi e non ha presentato nessun progetto di reindustrializzazione su cui avviare una trattativa per dare continuità produttiva ed occupazionale al sito di Bagnoli”.
Nell’esprimere insoddisfazione per la scelta della multinazionale di dilatare i tempi del confronto, i coordinatori nazionali di Fim, Fiom, Uilm hanno sollecitato il governo ad utilizzare tutte le leve e prerogative di cui dispone, proprio per favorire la reindustrializzazione dello stabilimento che produceva motori marini (Fincantieri e altre realtà importanti della cantieristica), “considerando inaccettabili eventuali comportamenti notarili da parte del governo”, si legge in una nota.
“Per quanto ci riguarda, confermiamo la nostra indisponibilità a sottoscrivere accordi su ammortizzatori sociali in assenza di credibili progetti finalizzati a salvaguardare
l’occupazione, diretta e degli appalti, e garantire la continuità produttiva del sito. Siamo impegnati insieme al Coordinamento nazionale di Fim Fiom Uilm a incalzare Wartsila e Governo per concludere positivamente la vertenza. In tal senso valuteremo in assemblea con i lavoratori le iniziative di mobilitazione a sostegno della vertenza” concludono i coordinatori nazionali di Fim, Fiom, Uilm Massimiliano Nobs, Luca Trevisan e Guglielmo Gambardella.
Chiara anche la presa di posizione del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Secondo il governatore, l’incontro di ieri non può essere giudicato positivamente perché era stato convocato per esaminare le proposte che Wartsila deve ricevere entro il 14 aprile, ma non ci sono state proposte da considerare. «Nel corso della riunione è però emerso un elemento positivo, ovvero che l’azienda ha confermato l’attualità dell’interesse di almeno tre soggetti e significativi passi avanti nell’elaborazione delle proposte. La situazione, come si sapeva, è complessa e difficile; risulta quindi comprensibile – ha aggiunto Fedriga – che via sia la necessità di ulteriori approfondimenti. La richiesta di un nuovo incontro per dare il tempo alle proposte di giungere a maturazione ci trova concordi a patto che questo tempo sia impiegato utilmente».
In merito al futuro del sito produttivo di Bagnoli della Rosandra, Fedriga ha rimarcato che «la Regione chiede che il governo sia attivamente presente nel percorso intrapreso, affinché le proposte che saranno presentate siano effettivamente in grado di fornire garanzie occupazionali sia dirette sia per l’indotto, ma anche di collocare lo stabilimento triestino in un ambito strategico nazionale, così come richiesto dal primo momento dalla Regione Friuli Venezia Giulia».
«Seppur in parte delusi dell’esito dell’incontro di oggi la Regione continua a confidare nel futuro dello stabilimento, marcando strettamente l’azienda e sostenendo il Governo nazionale negli ulteriori sforzi che vorrà e dovrà compiere per individuare una soluzione a questa vicenda» ha concluso Fedriga.