TRIESTE – Dopo lo sforzo messo in atto negli anni scorsi per portare le crociere al porto di Monfalcone, la città resta senza crociere per lo spostamento deciso da Msc.
Le compagnie di navigazione decidono dove fare scalo, a meno che non siano obbligate da situazioni contingenti o da convenienze irrinunciabili. Monfalcone sta provando in questi giorni la validità di questa regola anche nel settore del trasporto passeggeri. Msc ha infatti deciso di spostare al porto di Bari l’offerta che prima partiva dal Nord Adriatico. Dai circa 90mila passeggeri, Portorosega passerà a zero (salvo presenze spot) a partire dalla prossima stagione.
E tutto ciò senza colpe apparenti, anzi, dopo uno sforzo nel quale per prima credeva l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Anna Maria Cisint. In pochi erano convinti che Monfalcone potesse diventare home port per le crociere e in più, all’inizio dell’avventura, c’erano state anche le polemiche per la convivenza con il traffico commerciale, che non vedeva di buon occhio le interferenze sulle banchine. Poi la svolta, con 90mila passeggeri e un +30% di lavoro per l’Articolo 17 dello scalo. Da quest’anno anche un investimento dell’Autorità portuale per una tensostruttura che fungesse da stazione marittima, destinata ora a restare desolatamente vuota.
A tutto ciò sta cercando di porre rimedio Trieste terminal passeggeri, società a maggioranza privata che gestisce la crocieristica sul territorio.
«Msc non ha lasciato Monfalcone per problemi operativi – spiega l’ad di Ttp, Francesco Mariani – e stiamo già lavorando proprio per spiegare le opportunità offerte da Monfalcone. La vicinanza all’autostrada e all’aeroporto, le possibilità di escursioni nel circondario. L’attività del Comune ci sprona a cercare altre linee. Ma Portorosega resta una valida destinazione anche per le risposte in emergenza».