TRIESTE – Per completare la costruzione della nuova linea ferroviaria tra Divaccia e il porto di Capodistria sarà necessario costruire dei viadotti per sorreggere i tunnel dentro ai quali saranno posati i binari.
La sfida per gli ingegneri del progetto è stata annunciata dalla 2TDK, società statale slovena che gestisce l’opera, destinata a incrementare il traffico ferroviario da e per il porto di Capodistria.
Nelle gallerie lungo il percorso del collegamento ferroviario, infatti, sono state scoperte 88 grotte carsiche. La maggior parte delle grotte scoperte misurava dai trenta ai quaranta metri, ma alcune erano più lunghe o più profonde. In una certa misura, la scoperta di questi fenomeni carsici lungo tracciato della nuova ferrovia era stata prevista. Alcuni sono stati rilevati durante le indagini preliminari, ma non è mai possibile prevedere esattamente quanto possano essere estese queste cavità e in che misura il loro percorso influenzerà i “tubi” dei tunnel nei quali scorreranno i binari. Anche con la tecnologia più moderna, gli esperti non sono riusciti a indovinarne le dimensioni: la grotta più grande è lunga 800 metri.

La costruzione di viadotti nei tunnel di sei chilometri sarà impegnativa, poiché le condizioni sotterranee del mondo carsico sono molto specifiche. Questo tipo di costruzione – spiega 2TDK – sarà qualcosa di unico anche per gli esperti sloveni, perché finora in Slovenia non sono stati mai costruiti ponti sotterranei. Anche per gli ingegneri, la progettazione di strutture sotterranee è un’esperienza nuova.
I progettisti si sono ora resi conto che alcune grotte avranno bisogno di ponti lunghi 25 metri, e in alcuni punti saranno necessarie soluzioni in grado di colmare una distanza di 40 metri. Le strutture ponte dovranno essere stabili e sicure a lungo termine, poiché i carichi sulla linea ferroviaria saranno enormi: i treni più pesanti da Capodistria a Divaccia peseranno 2.300-2.500 tonnellate lorde.

Una tematica, quella di operare nelle cavità carsiche, che interesserebbe anche l’eventuale ampliamento (o meglio costruzione) del collegamento tra lo svincolo di Ronchi dei legionari e il porto di Trieste, qualora si volesse procedere con una nuova linea ad alta capacità o comunque in grado di raddoppiare quella esistente. Anche in questo caso, gli studi preliminari di Italferr (Ferrovie dello Stato), risalenti a una quindicina di anni fa, hanno previsto la costruzione di viadotti sotto la superficie del Carso triestino.
Si tratta di circa 22 chilometri da sviluppare in galleria le quali, una volta raggiunto il centro di Trieste, incrocerebbero la cosiddetta “linea di cintura”, oggi utilizzata per far entrare e uscire le merci dal porto di Trieste. Una serie di opere che, era stato ipotizzato, prevederebbero lavori per circa una decina d’anni.

Sotoo una photogallery dei lavori in grotta e i render delle possibili soluzioni per i tunnel. (credits 2TDK)