TRIESTE – Esiste una formula per evitare che le Autorità portuali italiane debbano esser trasformate in spa, in risposta alle contestazioni Ue: una gestione attraverso società controllate.
A proporlo il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino, intervenuto oggi a Trieste ad un convegno organizzato dalla testata Shipmag. «Le società controllate permettono di mantenere il carattere pubblicistico delle Authority, evitandone così la trasformazione in spa» ha detto D’Agostino. Il riferimento era al dibattito in corso dopo che la Commissione europea, in piena pandemia da Covid, ha deciso di procedere contro l’Italia, ordinando di abolire l’esenzione del pagamento delle imposte (Ires) per le Autorità portuali. Lo Stato aveva proposto ricorso contro questa decisione, e la Commissione Ue si era rivolta al Tribunale dell’Unione Europa per sostenere le sue tesi. Il dibattito – tuttora in corso – si era acceso anche in Italia, tra coloro che sostenevano tesi legate al controllo dello Stato e coloro che vedevano nella scelta del privato o di una formula che ne ripercorresse le caratteristiche, la soluzione ideale.
D’Agostino oggi, in sostanza, propone il modello Trieste con qualche adattamento. «Oggi la normativa impone dei limiti – ha aggiunto D’Agostino a margine del convegno – come quello che vieta alle Autorità di sistema di possedere la maggioranza delle società che potrebbero essere utilizzate per i vari scopi». Modificata la norma, si potrebbe in questo modo rispondere alle esigenze della Commissione Ue, evitando di trasformare le Authority, mantenendo la formula di gestione pubblica e garantendo comunque i servizi di interesse generale.
La questione emersa oggi a Trieste si inserisce inoltre, nella tesi, sempre sostenuta dal presidente dell’Authority, secondo la quale il porto va visto in tutte le sue potenzialità, sia economiche che di supporto al tessuto economico locale e nazionale. Dagli hub energetici alle infrastrutture tecnologiche, passando dal sostegno allo sviluppo degli insediamenti produttivi e di logistica, come si è già iniziato a fare a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia.