TRIESTE – «Il porto di Trieste non è solo il porto della città, ma di tutta la regione». Sono state chiare le parole della presidente di CiviBank, Michela Del Piero, sulla posizione che l’istituto bancario ha già assunto all’interno del sistema logistico portuale del Friuli Venezia Giulia. L’occasione, davanti a esponenti politici e rappresentanti del mondo economico regionale, era quella dell’apertura di una nuova filiale corporate. Quasi una stranezza, oggi che gli sportelli a Trieste sono in fase di chiusura. Ma la collocazione, tra il porto e la zona industriale, lascia poco spazio a interpretazioni sulle intenzioni della banca, come spiega la presidente.
CiviBank si sta sempre di più caratterizzando come la banca del territorio. Qual è il suo ruolo nel sistema logistico-portuale del Friuli Venezia Giulia?
«Abbiamo finanziato realtà legate al sistema portuale del FVG, in ambiti sia produttivi, per esempio nel comparto logistico e in quello dei trasporti, che di sviluppo immobiliare del porto stesso. Abbiamo in itinere altre operazioni di finanziamento nel settore della logistica con società che operano nell’ambito dell’Autorità Portuale di Trieste. Ci sono industrie che abbiamo finanziato ed operano in zona “porto/canale navigabile”, ma in settori diversi dal portuale/logistico: per esempio quello delle biotecnologie e delle lavorazioni meccaniche di precisione e altre aziende dell’indotto cantieristico, sia a Trieste che a Monfalcone. Da ultimo, abbiamo capofilato un pool di banche per il finanziamento del Trieste Convention Center spa, primo intervento effettuato da privati in Porto Vecchio».
Quali sono i settori economici di maggiore espansione per l’istituto bancario che dirige?
«Nel suo ruolo di Banca per il Nordest, il nostro istituto cerca di sostenere i settori economici che contraddistinguono questo territorio e quelli che saranno i settori che traineranno il suo sviluppo nei prossimi anni. Dal settore agricolo e vitivinicolo, al settore del turismo e ricezione alberghiera, a quello dei servizi logistici e portuali, al manifatturiero e a quello delle costruzioni specie in questo periodo di forte agevolazioni fiscali (bonus 110%). In quanto unica banca Società Benefit del NordEst, CiviBank si propone inoltre come capofila per le aziende che vogliono trovare un modo nuovo di fare impresa, e contribuire al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi stabiliti dal piano di rilancio Next Generation EU e dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Come banca vogliamo svolgere un ruolo nella transizione sostenibile ed ecologica delle PMI del Nordest».
E’ previsto un aumento della presenza anche su altre aree del Triveneto?
«Oggi consolidiamo e specializziamo la nostra presenza a Trieste aprendo una filiale dedicata alle imprese. Lo scorso mese di giugno con l’apertura della filiale di Montebelluna abbiamo ampliato la presenza di CiviBank in Veneto, dove la Banca è presente con 12 filiali che si trovano nei nodi nevralgici di 4 province: sono coperte infatti le province di Belluno, Venezia, Vicenza e Treviso. Oltre al consolidamento di una presenza ormai radicata nel territorio, CiviBank punta all’espansione in tutto il Triveneto, per rendere fattuale il proprio essere “la banca per il NordEst”: per questo sono previste ulteriori nuove aperture in Veneto (Padova e Verona), Trentino (Rovereto e Trento) e in Emilia (provincia di Modena) come previsto nel piano strategico 2021-2023 dell’istituto».
Cosa significa per una banca essere una società benefit?
«Con il 2021 CiviBank ha deciso di modificare il proprio statuto e trasformarsi in Società Benefit e Società per Azioni. CiviBank è l’ultima delle banche popolari friulane rimasta indipendente, e ha fatto una scelta ancora una volta fuori dal coro: diventare SpA senza esservi obbligata, e diventare la prima banca storica che è anche Società Benefit. La Società Benefit è una nuova forma giuridica di impresa, introdotta in Italia nel 2015 e ispirata alle B Corporation americane. Si tratta di un modo di fare impresa “for profit”, ma con l’obiettivo non di creare esclusivamente profitti per gli azionisti, gli shareholders, ma di creare valore per tutti gli stakeholders. Una Società Benefit, insomma, vuole creare valore per fare del bene all’ecosistema e alla comunità, facendo scelte di business etiche e reinvestendo il profitto nel proprio territorio.
Se guardiamo alla storia di CiviBank e alla storia del credito popolare in generale, infatti, è chiaro come ci sia una continuità tra questo modo di fare banca e la Società Benefit. CiviBank è nata 135 anni fa, nel lontano 1886 come Banca Cooperativa di Cividale, e i suoi fondatori volevano dare al territorio cividalese un istituto di credito che favorisse i piccoli artigiani e gli agricoltori locali, con lo scopo esplicito di contribuire allo sviluppo morale, sociale ed economico del territorio.
Sembra quasi di sentire un’eco di quello che diciamo oggi: lo sviluppo sostenibile governato dall’Agenda 2030, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel 2015 da quasi 200 Paesi membri dell’ONU. Si tratta di una lista di obiettivi organici e allargati, che ci mostrano chiaramente come lo sviluppo di una sfera non può davvero essere efficace senza tutte le altre. Non possiamo proteggere l’ecosistema in cui viviamo e garantire uno sviluppo armonico senza tener conto della sfida al cambiamento climatico, della scarsità delle risorse naturali, della difesa dei diritti umani, del riconoscimento della parità di genere, dell’eliminazione delle diseguaglianze e così via».
Quali saranno le conseguenze del recente aumento di capitale: spostamento del baricentro territoriale, diverso approccio nel sostegno alle aziende?
«Siamo orgogliosi del successo registrato dall’operazione di aumento di capitale che è stato sottoscritto per l’intero importo deliberato, poco meno di 50 milioni. Il successo dell’operazione e la maggiore dotazione patrimoniale ci permettono di continuare con convinzione il nostro importante percorso di crescita, come delineato dal Piano Strategico della Banca. In particolare, disporre di ulteriori 50 milioni di euro di patrimonio ci permetterà di incrementare i finanziamenti a famiglie e imprese del territorio per oltre 430 milioni di euro in arco piano, un supporto determinante per la ripresa economica post emergenza Covid, oltre che aumentare ulteriormente la solidità patrimoniale della banca. Altre risorse verranno impiegate nell’importante processo di digitalizzazione in atto e per l’apertura delle nuove filiali».