TRIESTE – Circa 6.000 treni operati, 700mila Teu movimentati: +40% e +80% a confronto del 2021, oltre a un fatturato previsionale intorno ai 78 milioni di euro , in aumento del 49% rispetto alla fine dell’anno precedente.
Un trend espansivo, quello di Alpe Adria nel primo semestre 2022, che sulla base delle prime proiezioni, si estenderà anche per la seconda parte dell’anno in corso. La società di logistica con sede al Porto di Trieste ha reso noti oggi risultati e linee strategiche della “nuova pelle di Alpe Adria”, che evidenziano “l’ottimo stato di salute di un’azienda che è stata capace di crescere anche in un periodo di forte crisi che sta attraversando l’economia globale” si legge in una nota.
Per quanto riguarda il numero di treni operati da Alpe Adria in joint con i suoi partners nelle aree del proprio mercato di riferimento, si registra un aumento del +108% da/per la Germania. Sensibili incrementi, nel 2022 sul 2021, anche dei treni da/per l’Austria (+5% ), da/per l’Ungheria (+10%), e da/per la Repubblica Ceca (+9%).
Alpe Adria, partecipata in maniera paritaria (3 quote da 33,3%) dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, dalla Regione Friuli Venezia Giulia attraverso la finanziaria Friulia e dal Gruppo Ferrovie dello Stato tramite Mercitalia Rail, si innesta in primis all’interno di un contesto economico territoriale di sviluppo regionale particolarmente favorevole.
«È noto che il porto di Trieste è oggi all’ottavo posto in Europa, per milioni di tonnellate di merci movimentate – ha sottolineato il Ceo di Alpe Adria Antonio Gurrieri – e primo porto in Italia per treni intermodali operati, che potrà contare, con il potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria programmato dagli investimenti in corso, su una potenziale capacità ferroviaria di 25.000 treni/anno entro il 2026».
La performance di Alpe risulta soddisfacente anche in termini di sostenibilità: si prepara a chiudere il 2022 rispetto al 2021 con 107.000 tonnellate di emissioni CO2 in meno, che corrispondono a 280mila camion spostati dal tutto strada sulla ferrovia. «Anche alla luce della nostra attenzione per le esigenze della transizione ecologica, ma
soprattutto grazie alla sua apertura all’innovazione in campo tecnologico e alla costante e continua ricerca di nuovi mercati – ha proseguito Gurrieri – il ruolo di Alpe Adria è
quello di booster dell’intermodalità dal sistema logistico regionale e italiano verso l’Europa».
Illustrati oggi anche alcuni progetti che la società sta sviluppando. In primo luogo il corridoio baltico, che collegherà il porto di Trieste con il terminal ferroviario di Kaunas (Lituania), rafforzando i rapporti economici e di interscambio tra Italia e Lituania e le rispettive aree economiche di influenza.
Il secondo progetto è il corridoio “dei Due Mari”, che intende definire e implementare gli schemi utili al possibile sviluppo di un sistema integrato di infrastrutture e servizi di logistica intermodale sul corridoio Est-Ovest (Cervignano-Padova-Milano-Alessandria), sulle linee di adduzione portuali di Genova e Trieste e su quelle dei valichi internazionali.
Infine il corridoio UK, che punta a facilitare e integrare le connessioni intermodali tra il porto di Trieste ed il Regno Unito. Il progetto sfrutterà l’attuale connessione ferroviaria Trieste-Bettembourg, che potrà contare su un’ulteriore connessione con il porto di Zeebrugge, consentendo così il raggiungimento del mercato UK via nave. I soggetti promotori saranno Alpe Adria, CFL Multimodal e Mercitalia Rail.
A breve, Alpe Adria svilupperà il proprio network intermodale su tre direttrici: Trieste-Cervignano, Trieste-Duisburg e Trieste-Belgrado. Nell’ambito delle strategie espansive della società a livello di mercati, Alpe Adria è presente insieme con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, a Budapest e a Bruxelles, mentre, entro la fine del 2022, la società costituirà una Newco a Monaco di Baviera, in Germania.
«Alpe Adria guarda al futuro con fiducia – ha concluso Gurrieri – puntando ad avere un ruolo innovativo ed una presenza attiva nelle aree geografiche di interesse strategico, a implementare modelli di business collaborativi per favorire l’accesso neutrale e sostenibile a servizi di corridoio multimodali complessi e a posizionarsi nella catena
logistica anche attraverso un ruolo di facilitazione e possibile partecipazione in società di gestione di terminal portuali ed intermodali».