TRIESTE – Con una lettera inviata ai Prefetti di Gorizia e Trieste, l’Unione sindacale di base (Usb) ha proclamato lo stato di agitazione contro il presunto passaggio di armi dal porto di Monfalcone.
Immediata la smentita dell’Autorità di sistema portuale, ma anche da parte di altre organizzazioni sindacali, che hanno negato la possibilità di utilizzare lo scalo per il passaggio di armi.
“La scrivente Organizzazione Sindacale riceve informativa di movimentazione nel Porto di Monfalcone di mezzi militari di logistica ma anche di mezzi offensivi (obici) con ignota destinazione” si legge in una nota di Usb. “USB del Friuli Venezia Giulia respinge l’idea che i nostri porti, Trieste e Monfalcone, possano diventare porti di guerra invece che porti di pace e di solidarietà. Tutto ciò premesso, la scrivente organizzazione è a richiedere un incontro con carattere d’urgenza ai soggetti in indirizzo a chiarimento di questa movimentazione di mezzi militari” conclude la stessa nota.
Interpellati dai media locali, sia il presidente dell’Authority, Zeno D’Agostino, che il segretario regionale Filt Cgil trasporti, Saša Čulev, hanno spiegato che tale eventualità non sarebbe possibile per questioni normative. D’Agostino ha spiegato che i mezzi segnalati da Usb fanno parte di un traffico periodico dell’Esercito italiano con destinazione Sardegna e non sono armati. Čulev, in particolare, durante un’intervista alla sede Rai regionale, ha sottolineato che Monfalcone non è un porto abilitato a far transitare armi ed esplosivi perchè non facente parte di quelli in Classe 1.
Sempre sul fronte sindacale, il Giudice del lavoro del Tribunale di Trieste, ha rigettato il ricorso del Coordinamento lavoratori portuali Trieste (Clpt) contro l’Agenzia per il lavoro portuale di Trieste (Alpt) per presunta condotta antisindacale.
Il contenzioso fa riferimento all’esclusione dalla contrattazione di secondo livello, alla mancata concessione di permessi sindacali, alla mancata trattenuta in busta paga agli iscritti della quota sindacale dopo le proteste dell’ottobre 2021 contro il Green pass.
In seguito alle proteste (era stato temporaneamente bloccato l’accesso al porto di Trieste), erano stati presi provvedimenti (multe e licenziamenti) nei confronti di alcuni lavoratori portuali.
Il Clpt ha evidenziato di essere il sindacato più rappresentativo in ambito portuale con oltre 300 iscritti, e di avere firmato un Protocollo sulla Rappresentanza Sindacale nel luglio 2020 con dall’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Orientale. Authority nche poi aveva a sua volta escluso Clpt sempre a seguito delle proteste dell’ottobre 2021.