TRIESTE – Le autorità cinesi non rilasciano più dati sull’andamento della pandemia doopo la decisione di allentare la politica “zero Covid”. Le catene di approvvigionamento e la produzione industriale potrebbero subire forti rallentamenti anche in concomitanza con il Capodanno cinese.
La testata americana CNBC ha pubblicato i risultati di uno sondaggio portato avanti su un campione significativo di responsabili della logistica: il 61% non si attende che la supply chain torni alla normalità almeno fino al 2024. Gli intervistati hanno segnalato un aumento del 400% dei prezzi dei magazzini con la diminuzione dello spazio.
Le maggiori criticità citate dai manager riguardavano la disponibilità di materie prime, la congestione dei porti, la mancanza di lavoratori qualificati e la diminuzione dello spazio nei magazzini a causa dell’aumento delle scorte. Sono state anche citate – per il mercato americano – le regole del terminal sul ritiro e la consegna dei container, le tasse sui container in ritardo e i blank sailing.
La riapertura della Cina sta sconvolgendo anche i mercati energetici: il brusco passaggio dalle politiche di restrizione alle riaperture sta colpendo le supply chain di fotovoltaico e carbone. I prezzi dei wafer al silicio crollano a causa della riduzione delle attività delle fabbriche, mentre la produzione di carbone da coke si dimezza nella provincia di Shanxi, la più importante per l’estrazione mineraria.
La China Silicon Industry Association ha emesso un comunicato la scorsa settimana, secondo il quale la drammatica impennata delle infezioni sta avendo un impatto a breve termine sulla catena di approvvigionamento delle aziende del settore solare. Molti produttori di wafer utilizzati nei pannelli solari hanno interrotto le attività, alcuni producono solo al 60%-70% della capacità produttiva. In molti casi, peraltro, i dipendenti affetti da Covid sono stati invitati a tornare al lavoro.
Le province costiere hanno scorte di combustibile sufficienti per 20 giorni di utilizzo, ma la richiesta potrebbe essere ulteriormente limitata dal fatto che quest’anno un numero maggiore di piccole fabbriche deciderà di prendersi vacanze più lunghe, ha dichiarato mercoledì Zhang Yupeng, analista dell’Associazione cinese per il trasporto e la distribuzione del carbone. L’associazione si aspetta una forte ripresa della domanda di energia elettrica dopo le festività del Capodanno cinese, grazie agli ulteriori stimoli governativi.
Nella provincia dello Zhejiang (che ospita molti fornitori Apple), si sta registrando circa un milione di nuovi casi di Covid-19 al giorno, aumentando le preoccupazioni per l’impatto sulle catene di approvvigionamento. Il governo provinciale ha rilasciato il numero domenica, aggiungendo che si aspetta che le infezioni giornaliere raggiungano il picco intorno a Capodanno, forse a 2 milioni.
A Shanghai, dopo mesi di brutale chiusura per fermare la diffusione del Covid, il virus sta iniziando a farsi strada praticamente senza controllo tra i 25 milioni di abitanti della megalopoli. Le scuole sono chiuse e c’è l’obbligo di seguire le lezioni online. Oltre a Shanghai, la capitale Pechino risulta la magealopoli più colpita, con una stima di oltre metà dei 22 milioni di abitanti già contagiata. Il governo ha chiesto a imprese a controllo statale di aumentare la produzione di farmaci antipiretici dopo che si sono svuotate le farmacie.
Nelle aree produttive, il rischio di chiusura è sostanziale ma – secondo il Financial Times – gli analisti prevedono che questa fase, complicata nel breve termine, accelererà l’uscita della Cina dall’isolamento pandemico.