TRIESTE – La Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Venezia hanno sottoposto a sequestro 81mila chilogrammi di pellet di legno.
L’operazione è stata portata a termine nei primi giorni di gennaio a Porto Marghera, dove il materiale biocombustibile da riscaldamento era arrivato via nave, stoccato all’interno di container.
Il pellet, selezionato in base all’attività di analisi di rischio, ha da subito destato sospetti in considerazione della provenienza e dell’etichettatura, attestante la classe di qualità più elevata a garanzia del consumatore, ed è stata conseguentemente sottoposta a controlli più approfonditi. Dalle analisi effettuate, è stato appurato la falsità del marchio registrato di un noto ente certificatore, ma anche la contaminazione da piombo, in quantità ben oltre i limiti consentiti (circa il doppio di quanto previsto dalla normativa).
Il legale rappresentante della società importatrice è stato denunciato per contraffazione marchi, frode e immissione in commercio di prodotti pericolosi, che avrebbero generato proventi illeciti per circa 40mila euro.
Nel corso del 2023, ben 362 tonnellate di pellet sono state intercettate e sequestrate dai reparti del Comando provinciale della Guardia di Finanza, con la segnalazione all’autorità giudiziaria di sei persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di frode in commercio e contraffazione marchi.
“Contrastare la diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza contribuisce a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo per gli operatori economici onesti, specie ove si consideri che il nostro Paese – sottolinea la Guardia di Finanza in una nota – è tra i primi a livello globale per consumo e importazioni di pellet da riscaldamento, stante una produzione interna non sufficiente a soddisfare la domanda”.