TRIESTE – Chiude con un utile netto di 472mila euro, in leggero incremento rispetto allo scorso anno, il bilancio di esercizio 2024 di Interporto Pordenone.
Il dato è emerso nell’assemblea dei soci, svolta questa mattina nella sede della struttura. Il bilancio evidenzia una crescita dei principali indicatori economico-finanziari, con ricavi pari a 3milioni e 200mila euro e un margine operativo lordo di 710mila euro.
A seguire, si è riunito il Consiglio di amministrazione di Interporto Pordenone, che ha approvato il progetto esecutivo della sistemazione delle aree esterne del centro servizi, per un valore di un milione di euro, finanziato dalla Regione Fvg e rientrante in un piano di riqualificazione del centro direzionale. Il cda, inoltre, ha approvato il contratto di servizio di gestione operativa del terminal intermodale, che andrà in pubblicazione nelle prossime settimane e che dovrà individuare il nuovo soggetto gestore del terminal.
Hanno partecipato all’assemblea, il vicepresidente della Camera di Commercio di Pordenone-Udine, socio azionista di maggioranza di Interporto Pn, Michelangelo Agrusti, il sindaco Alessandro Basso per il Comune di Pordenone, il presidente Silvano Pascolo per l’Unione Artigiani di Pordenone e il presidente Fabio Pillon per Confcommercio Pordenone e, con delega, per Confcooperative Pordenone.
I soci hanno espresso la loro soddisfazione sull’operato degli amministratori e i migliori auspici per il futuro, anche alla luce delle tante iniziative di rilancio previste e della realizzazione del Consorzio industriale di Pordenone. Infine, il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, ha rilanciato l’idea di una Pordenone capitale di una provincia metropolitana, in grado di superare l’attuale concezione dei mandamenti.
«Si tratta di un bilancio solido – ha sottolineato il presidente di Interporto Pordenone, Silvano Pascolo, – che contempera la necessità di realizzare un risultato di esercizio, ma anche di non trascurare il fine di Interporto che è anche quello di servire il territorio. Tenendo conto di queste due esigenze non tendiamo solo a massimizzare l’utile, ma cerchiamo di trovare il giusto equilibrio».