TRIESTE – È al porto di Ravenna in attesa di ripartire per Trieste la “Laura Bassi”, rompighiaccio dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale che ha concluso la missione in Antartide.
Partita proprio da Trieste il 17 novembre, dopo più di 12mila miglia percorse e 40 giorni di navigazione dal porto di Lyttelton (Nuova Zelanda) la nave ha completato ufficialmente la campagna oceanografica della 38° Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) e gestito dall’ENEA (per la pianificazione logistica) e dal Consiglio nazionale delle ricerche(CNR) per la programmazione scientifica.
La “Laura Bassi” ha riportato in Italia i campioni scientifici raccolti in Antartide e quest’anno si è distinta per aver portato la ricerca italiana nel punto più a sud dell’Antartide, raggiungibile via mare.
Dopo due spedizioni che hanno risentito delle limitazioni imposte dalla pandemia, quella 2022-2023 è stata una campagna regolare in cui le attività di studio sono riprese a pieno ritmo.
Durante la prima campagna oceanografica terminata i primi di febbraio, sono state portate a termine tutte le attività pianificate, come il lancio e recupero di boe per lo studio della circolazione marina, lo studio dell’atmosfera, la pesca scientifica, le indagini di laboratorio biologico e chimico-fisico e la messa a mare e recupero di mooring, ovvero sistemi di misura ancorati al fondo del mare utilizzati per lo studio di caratteristiche fisiche della colonna d’acqua. Durante la seconda campagna sono state eseguite, in condizioni meteo avverse per l’approssimarsi dell’inverno antartico, attività di ricerca nel campo della geologia e geofisica, con indagini a mezzo carotaggi e sismica multicanale per lo studio geologico del fondale marino. Di fondamentale importanza i rifornimenti di materiali e carburanti trasportati alla base antartica Mario Zucchelli gestita dall’ENEA.
«Quest’anno le attività a bordo della nave Laura Bassi hanno coinvolto 46 tra ricercatrici, ricercatori e tecnici nell’ambito di 8 progetti finanziati dal PNRA oltre alle attività in collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare. Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a completare tutte le attività scientifiche in programma» spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’OGS, precisando che la nave farà rotta verso Trieste, per poi svolgere una campagna di ricerca in acque greche.
La “Laura Bassi” è oggi l’unica nave rompighiaccio italiana per la ricerca oceanografica in grado di operare in mari polari, sia in Antartide sia in Artico. È stata acquistata dall’ Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS nel 2019 (finanziamento dell’allora Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca). L’obiettivo principale della nave è il supporto scientifico e logistico alle missioni polari italiane, nonché il supporto ai ricercatori dell’Ente e della comunità scientifica nazionale ed europea a livello globale e, in particolare, polare.
È una rompighiaccio categoria A classe PC5, concepita come una nave speciale combinando in maniera ottimale sia capacità cargo sia di ricerca scientifica. Ha una stazza di 4028 tonnellate, è lunga 80 metri e larga 17 metri, ha un sistema di posizionamento dinamico che le garantisce un’elevata manovrabilità e un’accuratezza di stazionamento dell’ordine di 1 metro. Prima di partire per l’ultima missione, era stat interessata da lavori di refitting proprio a Trieste.