TRIESTE – L’incremento degli scambi commerciali con la Serbia e i Balcani farà sì che la Regione Friuli Venezia Giulia si adoperi per aumentare i traffici su rotaia e per incrementare la capacità sui valichi per i trasporti a medio e lungo raggio.
Lo ha annunciato nei giorni scorsi l’assessore l’assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti, Cristina Amirante, partecipando al Business Forum Transadriatico di Pordenone con focus sugli scambi con Balcani occidentali.
L’obiettivo è quello di far si che l’intera Piattaforma logistica regionale (tre porti e da tutti gli Interporti anche con funzione retroportuale per lo scalo di Trieste) possa cotituire nei prossimi anni un riferimento anche per i Balcani.
«Il Friuli Venezia Giulia, per la sua posizione strategica, rappresenta uno snodo di collegamento sempre più importante con l’Europa orientale e con la Serbia in particolare, visto che nel 2022 la Commissione europea ha previsto l’introduzione del nuovo corridoio dei Balcani occidentali-Est Mediterraneo, con cui l’Italia sarebbe connessa a Nord grazie all’inserimento della sezione Triste-Lubiana. Un inserimento che si connette a sua volta ai due corridoi della rete trans-europea – ha ricordato Amirante – che già attraversano la nostra regione, quello del Mediterraneo e quello Adriatico-Baltico. Il nuovo corridoio faciliterebbe l’integrazione e gli scambi economici e commerciali nella regione balcanica, oltre a garantire l’accesso dell’Italia al Mar Nero e alla Turchia».
Un riferimento è poi stato fatto agli attuali scenari geopolitici, come le imprese italiane ed europee interessate a posizionare nuove attività di produzione, per le necessità di accorciare le catene di fornitura globali e di avvicinarle alle economie europee. «Per questo la Regione ha un ruolo rilevante in queste nuove dinamiche commerciali – ha aggiunto Amirante – anche alla luce anche dell’interesse da parte della Serbia a investire sul Porto di Trieste».
A settembre 2023 è stato attivato da Alpe Adria un collegamento ferroviario tra l’interporto di Cervignano e Belgrado, per trasportare dal Nordest manufatti per le costruzione di grandi opere civili in Serbia, promuovendo così l’interscambio tra i due Stati. Già da qualche tempo, inoltre, l’impresa ferroviaria InRail (con sede operativa a Udine) organizza una media di 10-15 treni al mese per l’import dalla Serbia di prodotti come grano, argilla e un rilevante traffico di auto prodotte nell’Est europeo con destinazione Nordest dell’Italia.
Nel frattempo si sta lavorando su alcune criticità di tipo strutturale delle reti oltre confine, che rischiano di trasformarsi in colli di bottiglia. Da risolvere, inoltre, anche il bilanciamento dei carichi sui treni tra import ed export.