MONFALCONE – Smart gas, facente capo all’imprenditore Alessandro Vescovini, ha presentato al Ministero della Transizione ecologica un progetto per rifornire di gas le industrie assillate dal costo della materia prima.
Il progetto prevede lo stazionamento – a circa 20 miglia dalla costa del Friuli Venezia Giulia -di una gasiera da 144mila metri cubi di gas naturale liquefatto (Gnl) di capacità ancorata al largo delle coste del Friuli Venezia Giulia, in posizione tale da non influenzare il traffico portuale. Una bettolina farà poi la spola tra la gasiera e la banchina attualmente in concessione a Molino Casillo, a breve distnza dal porto commerciale di Monfalcone, trasportando ISO container , che poi verranno smistati ai clienti via gomma o via ferrovia. Ogni camion trasporterà 40 m3 di gas liquefatto, ogni convoglio ferroviario ne trasporterà 1600, esattamente la metà rispetto ai 3000 m3 che una moderna nave da crociera dual fuel imbarca ogni volta che fa il pieno di gas.
L’investimento previsto è di oltre 220 milioni di euro e prevede di portare a terra 1 miliardo di metri cubi, con la possibilità di triplicare il volume una volta individuate altre banchine disponibili, da dedicare all’attività logistica. Il progetto è sviluppato con il supporto ingegneristico di Rina e la prima azienda ad usufruirne sarà la Sbe-Varvit (giunti meccanici industriali) dello stesso Vescovini. La società ha già raggiunto un accordo con fornitori internazionali per assicurarsi la disponibilità di massimi 400 ISO-container di gas naturale liquefatto (GNL), che giungeranno via mare allo stabilimento di Monfalcone entro il mese di gennaio e lì verranno rigassificati per sopperire all’eventuale carenza di materia prima, garantendo continuità all’attività produttiva.
L’iniziativa fa da traino al più ampio progetto Smart Gas, presentato dalla controllante di Sbe-Varvit, Vescovini Group S.p.A., e da Molino Casillo spa, food company leader mondiale nella lavorazione e nella distribuzione di grano, che ne hanno annunciato l’avvio dell’iter autorizzativo. Smart Gas è da considerarsi quindi un progetto logistico legato al gas naturale liquefatto (Gnl), che non prevede né una rigassificazione onshore né offshore tramite una FSRU (rigassificatore galleggiante). Il Gnl dovrebbe quindi venir trattato come una commodity, trasportato in ISO container da 40 piedi via rotaia o su gomma e consegnato ai medi e grandi consumatori industriali del Nord Italia, allo scopo di diversificarne le fonti di approvvigionamento nel medio lungo termine. L’attività di rigassificazione verrà effettuata dalle imprese industriali stesse, molte delle quali già attuano questo tipo di processo per altri gas tecnici, come ossigeno, azoto e anidride carbonica, attraverso dei banali scambiatori aria-aria o aria-acqua surriscaldata, utilizzando il calore residuo dei propri processi industriali.
«Smart Gas è un progetto destinato a rivoluzionare l’approvvigionamento di gas per le aziende energivore, rendendolo più stabile, economico e rispettoso dell’ambiente. Il trasporto del gas liquido attraverso container caricati su camion o convogli ferroviari non è certo una novità, visto che in diverse parti del mondo gli utenti non collegati alla rete di distribuzione vengono serviti in questo modo. Si tratta di un sistema sicuro ed affidabile, oltre che meno costoso rispetto al tradizionale approvvigionamento tramite gasdotti, i cui oneri di sistema e di rigassificazione sono
peraltro previsti in crescita nel prossimo futuro» spiega Alessandro Vescovini, amministratore delegato di Vescovini Group spa.
L’iter autorizzativo, secondo chi ha presentato il progetto, non necessiterebbe della Valutazione di impatto ambientale. Per tale ragione, è stata presentata il 1 settembre 2022 (attraverso la società veicolo Smart Gas) la richiesta di verifica di assoggettabilità alla VIA, procedura di screening semplificata che verrà valutata dal Ministero e dagli enti locali competenti. Una volta autorizzato, il progetto potrà essere avviato in 18 mesi.
Alessandro Vescovini non è nuovo ad iniziative collegate alla produzione di energia. Nel 2014 aveva tentato di farsi approvare un rigassificatore – di dimensioni contenute – a ridosso del porto di Monfalcone, progetto frenato da inchieste giudiziarie per le quali l’imprenditore ritiene di dover essre risarcito in quanto vittima di danni.