TRIESTE – Trieste marine terminal – gestore del Molo VII e controllata da MSC – ha un nuovo cda, ma soprattutto nuovi progetti di espansione.
A confermarlo è Antonio Maneschi che con TO Delta possiede oggi il 20% di TMT dopo la cessione delle quote a CSM Italia Gate spa (controllata da Terminal Investment Limited del Gruppo MSC), che ha deciso di assumere il ruolo di consigliere nel nuovo cda. Una scelta inattesa, dopo la cessione delle quote da parte di TO Delta (società di famiglia) e dopo la vendita di CPM a Monfalcone, ceduta al FHP Holding portuale.
«La presenza nel Consiglio di amministrazione di TMT è un impegno nei confronti di tutta la squadra. Credo che sia importante – precisa Maneschi – anche alla luce dei recenti passaggi di quote, confermare l’impegno della famiglia Maneschi».
Alla guida di TMT è stato confermato l’amministratore delegato Stefano Selvatici (sempre in quota TO Delta), mentre un cambio al vertice riguarda la presidenza. Lascia la società Fabrizio Zerbini e al suo posto arriva Paolo Maccarini, uomo MSC e direttore per il Mediterraneo di Terminal Investment Ltd, socità con la quale MSC partecipa alla gestione dei terminal portuali. Nuova presidenza anche per TO Delta, dove siederà proprio Fabrizio Zerbini, fresco di nomina.
A prescindere dalla cessione delle quote in TMT, dunque, TO Delta intende proseguire nell’espansione delle attività al porto di Trieste, soprattutto nell’ambito di nuovi collegamenti con Europa e resto d’Italia, conferma lo stesso Antonio Maneschi.
Complice un sommarsi di situazioni, nelle ultime settimane il terminal container del porto di Trieste ha subito diverse giornate di congestione. Gli spazi sono ancora sufficienti per gestire il traffico, ma le prospettive di aumento richiederanno maggiori disponibilità.
«In effetti si stanno già studiando nuove soluzioni con modelli tecnici in grado di spostare alcuni servizi» conferma Maneschi.
Di più non dice il neoconsigliere di TMT, ma alcune ipotesi già valutate nelle scorse settimane si riferirebbero all’Interporto di Cervignano come possibile alternativa per lo stoccaggio dei container o per la composizione dei treni diretti alle varie destinazioni. Anche gli spazi di FreeEste a Bagnoli della Rosandra – gestiti da Interporto Trieste – potrebbero rientrare nella partita.
Trieste marine terminal sta rafforzando il network di collegamenti ferroviari con il mercato del Centro-Est Europa e ha chiuso il bilancio del 2022 con una vaore della produzione di di poco superiore aI 103 milioni di euro. Erano stati 80 milioni nel 2021.