TRIESTE – Adriafer, impresa ferroviaria controllata dall’Autorità di sistema portuale di Trieste, adotterà il sistema r2L connector per far salire i camion sul treno.
L’idea alla base dell’iniziativa è quella di trasformare in intermodale ciò che intermodale non è. In questo modo, come già accade in diverse realtà retroportuali, si prova a costruire “un’autostrada ferroviaria” tramite la soluzione dell’austriaca Vega, che rende accessibile il trasporto su ferrovia di tutti i semirimorchi di camion, anche quelli non movimentabili tramite gru.
Il sistema r2L è stato sviluppato dall’austriaca VEGA Trans per rispondere alle esigenze di alcune proposte di trasporto per veicoli stradali nuovi (semirimorchi, trattori stradali, furgoni). Il sistema è poi stato sviluppato in modo più esteso con un paio di nuove versioni della pedana di carico, e messo sul mercato per altri operatori. Questo processo ha portato a fine 2020 ad un accordo di commercializzazione con il noleggiatore di carri VTG.
Al momento il servizio non è attivo, ma Adriafer si sta attrezzando per poterlo offrire, tramite l’operatore pugliese Lotras, che già gestisce il collegamento tra l’Interporto Sito nord del terminal intermodale di Torino e l’Interporto di Cervignano. Ma è presente anche sulla direttrice tra Cervignano e Villa Selva (Forlimpopoli). In questo modo, una volta avviato il servizio, Adriafer avrà modo di essere presente lungo la direttrice Est-Ovest, che dovrebbe essere nuova fonte di sviluppo per il porto di Trieste e il sistema logistico del Friuli Venezia Giulia.
Il progetto risulta particolarmente interessante considerato che è rivolto alle decine di migliaia di mezzi in transito proprio nei porti di Trieste e Monfalcone, ma anche di quelli che transitano a Gorizia e nel resto della regione. Con l’entrata in funzione dei nuovi dispositivi, sarà senz’altro possibile valutare nuovi servizi ferroviari, sempre al fine di togliere dalla strada più mezzi pesanti possibile.
La proposta, inoltre, si inserisce in un contesto nel quale la carenza di mezzi, le difficoltà a reperire autisti e i prezzi del trasporto in salita la renderebbero particolarmente appetibile. Adriafer potrebbe contribuire a dare una risposta anche al flusso di camion proveniente dall’Est Europa, che attraversa quotidianamente il Friuli Venezia Giulia, con un impatto sempre meno sostenibile in termini di costi e politica di tutela ambientale.