TRIESTE – Oltre 700 persone hanno preso parte questa mattina, dalle 9 alle 12 a Trieste, al presidio organizzato da Fiom, Fim e Uilm in concomitanza con lo sciopero indetto in tutti gli stabilimenti produttivi del Gruppo Wärstilä sul territorio nazionale, a Napoli, Genova, Taranto, Cuneo.
Sono state proclamate 8 ore di sciopero, per dare la solidarietà ai dipendenti del sito di Trieste e la ferma contrarietà al blocco delle produzioni. Non mancano le preoccupazioni per quanto riguarda in particolare le fabbriche di Napoli e Genova, che potrebbero risentire del cosiddetto “effetto domino”. Nel capoluogo giuliano, il presidio è stato molto sentito e partecipato. In città la storica crisi industriale in atto preoccupa non poco la cittadinanza, che si è riversata in piazza per ribadire la vicinanza agli oltre 450 addetti a rischio. Proprio 450 è il numero di cappellini che operai e impiegati hanno appoggiato in piazza durante il flash mob. Da segnalare che anche i lavoratori dell’indotto sono in bilico, si parla di almeno altre 400 persone.
In Piazza della Borsa sono intervenuti i coordinatori nazionali e regionali delle categorie sindacali Fiom, Fim e Uilm, le RSU dell’azienda, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, l’assessore al lavoro della Regione FVG Alessia Rosolen. Presente anche il sindaco Sandy Klun di San Dorligo della Valle.
«Oggi in piazza c’è tutta Italia, perché la questione Wärstilä non è solo una crisi locale. Dobbiamo guardarla nel suo complesso per comprendere la vastità del problema. Il nostro compito è portare lo scenario che stiamo vivendo a Trieste all’attenzione della politica nazionale e europea» ha detto l’assessore regionale Alessia Rosolen.
Altrettanto dure le posizioni dei sindacati. Secondo Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom Cgil: «L’azienda sta facendo muro di fronte alle legittime richieste di governo e sindacati di mantenere le produzioni. Difendere oggi la produzione vuol dire difendere il paese». Stesso concetto ribadito da Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim Cisl: «È inaccettabile che la Wartsila, dopo aver ricevuto sostegno, infrastrutture e soprattutto finanziamenti pubblici, nel giro di una mattina abbia deciso di tradire la città di Trieste». Michele Paliani, segretario nazionale Uilm Uil, ha dichiarato: «Quanto sta avvenendo a Trieste riguarda tutto il comparto industriale italiano e europeo. Siamo in contatto con i sindacalisti finlandesi e della confederazione europea».