TRIESTE – Un calo dei transiti e quindi dei ricavi nel 2024 per il Canale di Suez, che conta però sulla ripresa dei traffici dopo la tregua in Israele e la conseguente sospensione degli attacchi Houthi dallo Yemen.
Il numero di navi che transitano annualmente nel Canale di Suez è diminuito di circa il 50%, con circa 13.200 navi in transito nel 2024, rispetto alle 26.400 del 2023. Il traffico giornaliero nel canale è sceso da 75-80 navi a 32-35 navi nello stesso periodo.
Un calo, come ben noto, causato dalle tensioni geopolitiche in corso nel Mar Rosso e nella regione di Bab el-Mandeb, che hanno interrotto la navigazione e influito sul commercio globale.
«Il Canale di Suez è pronto a funzionare a pieno regime con il ritorno al transito delle principali linee di navigazione» ha però dichiarato l’ammiraglio Ossama Rabiee, presidente dell’Authority del Canale di Suez.
Le dichiarazioni sono state registrate ieri, a margine di un incontro con Arsenio Dominguez, segretario generale dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO), per discutere le procedure esecutive necessarie per riprendere il transito delle principali linee di navigazione marittima attraverso il Canale egiziano.
Il tutto grazie al ritorno della stabilità, almeno temporanea, della sicurezza nel Mar Rosso e nella regione di Bab al-Mandab. A questo proposito, è stato sottolineata la ripresa dei passaggi da parte di CMA CGM e del suo servizio EPIC tra l’Asia meridionale e l’Europa a partire dal 23 gennaio.
Da parte sua, Arsenio Dominguez, ha aggiunto che il Canale di Suez è un corridoio globale indispensabile per il commercio internazionale, invitando le principali compagnie di navigazione a rivedere i loro programmi per facilitare il loro graduale ritorno alle rotte attraverso Suez, quando le condizioni di sicurezza nella regione del Mar Rosso inizieranno a stabilizzarsi.
Dominguez ha espresso le sue aspettative sul fatto che la navigazione attraverso il Suez tornerà gradualmente al livello normale, dato che l’opzione alternativa di navigare intorno alla rotta del Capo di Buona Speranza manca dei fondamenti di sostenibilità, in termini di lacune delle infrastrutture principali per i servizi di navigazione e dei fattori di sicurezza.
L’Authority che gestisce l’infrastruttura egiziana ha nel frattempo sviluppato nuovi servizi: riparazione e manutenzione navale, ambulanza marittima, bunkeraggio, raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi, cambio equipaggio. L’ampliamento previsto, inoltre, migliorerà la capacità di affrontare le situazioni di emergenza, nonché la capacità ricettiva (6-8 navi in più al giorno).
È inoltre in corso un considerevole rinforzo per la flotta di rimorchiatori, con la costruzione di 29 unità multiuso, alcune già in servizio e altre previste nell’anno in corso e nel 2026.

A sinistra Arsenio Dominguez, segretario generale IMO, a destra Ossama Rabiee, presidente dell’Authority del Canale di Suez.