TRIESTE – Sono 17 le imprese che potrebbero isediarsi nell’ex autoporto di Coccau, al confine con l’Austria.
La notizia è emersa oggi dall’incontro in Regione a Udine tra l’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, il sindaco di Tarvisio e i rappresentanti del consorzio Cosilt. La riunione è servita a fare il punto sul recupero dell’area dell’ex autoporto e centro doganale di Coccau, in funzione dal 1975 al 1995. La zona rientra in quelle mappate dal Masterplan regionale dei complessi produttivi degradati ed è oggi solo parzialmente utilizzata a fini artigianali (laboratorio di restauro, autofficina, falegnameria) e di deposito di mezzi.
Il Comune di Tarvisio e Confartigianato-Imprese Udine con il Carnia Industrial Park, in qualità di partner operativo hanno predisposto uno studio di fattibilità per il possibile riuso dell’ex autoporto. Il progetto si basa sull’analisi condotta da Confartigianato FVG in merito al fabbisogno delle imprese artigiane associate presenti nell’ambito tarvisiano. Sono una ventina le imprese artigiane del comparto locale che hanno risposto all’indagine manifestando un interesse alla locazione di un nuovo immobile con destinazione nell’area.
Il progetto è articolato in più fasi e, dopo l’acquisizione dell’immobile, prevede inizialmente il recupero del piazzale inferiore, dove dovrebbero sorgere spazi modulari per micro imprese e piccole imprese artigiane di dimensioni comprese tra i 300 e i 500 metri quadrati. Spazi che permetterebbero alle aziende del territorio di raddoppiare la superficie produttiva attualmente a loro disposizione e, conseguentemente, anche la forza lavoro impiegata. In un secondo momento, l’obiettivo è quello di riqualificare anche l’area del piazzale superiore, con servizi da dedicare alla logistica.
«Il potenziale ampliamento delle superfici insediative – ha detto l’assessore Bini – e la crescita occupazionale prevista rappresentano un importante valore aggiunto per questa progettualità. Significativo anche l’interesse già dimostrato da diversi imprenditori privati nell’investire in zona, con la possibilità concreta anche del rientro sul territorio di alcune aziende attualmente insediate in Austria».