TRIESTE – Su richiesta di Rijeka Gateway, il costruendo terminal container di Ap Moeller Maersk al porto di Fiume, il governo croato ha avviato l’esclusione dalla Zona franca dello scalo.
La zona franca del porto di Fiume è composta da tre località distinte: il Bacino di Fiume, Arsia e Buccari.
Il 31 maggio 2024, l‘Autorità portuale ha presentato al ministero dell’Economia un’istanza di modifica dell’area nel bacino di Fiume, a seguito di una richiesta da parte di Rijeka Gateway, concessionario esclusivo del terminal container in fase di completamento nello scalo croato.
La società – joint venture tra AP Moeller Maersk e Enna Logic – desidera infatti svolgere le future operazioni portuali nell’ambito dell’istituto del deposito temporaneo e non più nel regime di zona franca.
Rijeka Gateway ritiene che l’operatività nell’ambito del deposito temporaneo rappresenti il modello di business ottimale per il futuro terminal container, grazie alla possibilità di utilizzare procedure semplificate e più efficienti, disponibili nella legislazione doganale dell’Unione europea e della Repubblica di Croazia nell’ambito del succitato istituto.
Nella richiesta, inoltre, si sottolinea che il cambiamento dello status dell’area (sia terrestre che relativa allo specchio acqueo di fronte alla nuova banchina) non inciderà in alcun modo sulle attività del gestore del terminal, che rimarrebbero rimangono identiche a quelle definite nel contratto di concessione. L’introduzione dell’istituto del deposito temporaneo non farà che aumentare l’efficienza delle procedure doganali e, di conseguenza, una maggiore operatività del terminal stesso.
Nella Zona franca del porto di Fiume possono essere svolte le attività di produzione, lavorazione e stoccaggio di merci, commercio all’ingrosso, attività di supporto strategico alle imprese, attività di istituzione di centri di sviluppo tecnologico e innovazione e fornitura di servizi, ad eccezione delle operazioni e dei servizi bancari e di altri servizi finanziari, assicurazione e riassicurazione di beni e persone.
Non è consentito, invece, il commercio al dettaglio.