TRIESTE – Come per tutti i cantieri previsti nei prossimi mesi, anche al porto di Trieste è scattato l’allarme per l’aumento dei prezzi sulle materie prime: il presidente D’Agostino rassicura e annuncia uan revisione dei budget.
Il porto di Trieste, assieme a quello di Monfalcone, è in attesa di avviare cantieri per 416,5 milioni di euro, finanziati dal Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Si tratta di investimenti che interesseranno quasi ogni settore dello scalo e destinati a lanciare nuovi terminal e nuove attività. L’aumento del costo delle materie prime però, non consentirà di fatto di realizzare le opere previste restando nei limiti di spesa previsti dal decreto governativo. Ma niente panico. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, lo ha spiegato nei giorni scorsi durante un incontro organizzato a Trieste da un’associazione culturale. «Dobbiamo rivedere i nostri budget e quindi se erano 416 milioni, probabilmente saranno abbastanza di più e per questo abbiamo un’interlocuzione continua col Governo centrale, che metterà a disposizione le risorse necessarie per aumentare questi budget» ha annunciato D’Agostino.
Le ipotesi in corso prevedono aumenti delle materie prime e quindi dei costi complessivi degli appalti di circa il 20%, ma co alcune variabili ancora da determinare. «In questo momento c’è un picco e ci si aspetta un riequilibrio nei prossimi mesi, ma è chiaro che i costi saranno più alti rispetto a prima» ha aggiunto D’Agostino.
Il presidente conta sul fatto che i fondi per il porto di Trieste sono ritenuti strategici, ma anche sul meccanismo di ribasso delle gare che, a conti fatti, dovrebbe consentire di contenere gli aumenti complessivi causati dai costi delle materie prime e dalla conseguente salita dei prezziari per gli appalti.

Il decreto attuativo per il Fondo complementare a favore dei porti attribuisce ai porti di Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro 416,5 milioni di euro. I soggetti attuatori saranno l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale e, in minima parte, la Regione FVG.

Al Porto di Trieste saranno destinate risorse nell’ambito dell’Aumento selettivo della capacità portuale.

a) 60 milioni di euro per “Opere preparatorie all’insediamento di attività logistiche ed industriali in zona Noghere, in vista dell’integrazione con il costruendo terminal portuale Noghere”. Si tratta di un’area mista pubblico/privata (Coop Nordest-Coselag) per la quale i fondi saranno utilizzati nell’acquisto di terreni, urbanizzazione e preparazione per gli insediamenti, e in parte per opere di bonifica. Al momento si ipotizza la realizzazione di uno stabilimento siderurgico con accesso al mare.

b) 45 milioni per “Banchinamento parziale del terminal Noghere (fase I secondo il PRP 2016), comprensivo di dragaggio del canale di servizio e di collegamento alla viabilità”. In questo caso l’intervento sarà sulla parte pubblica dell’estremo Sud-Est delle aree portuali, dove si realizzerà la banchina prevista dal Piano regolatore portuale. Si tratta dell’area sulla quale sorgerà il terminal di Adria Port, società controllata dal governo ungherese.

c) 100,5 milioni per “Componenti di intervento nel progetto di ammodernamento infrastrutturale e funzionale del terminal contenitori del molo VII del porto di Trieste”. Al di là della destinazione molto chiara, ancora non è stato deciso come verranno spesi i finanziamenti. E’ possibile che si intervenga sulla palificazione e sulla pavimentazione del Molo. Ma anche in preparazione degli interventi “green”. I dettagli sono oggetto di discussione tra Authority e il concessionario Trieste Marine Terminal.

Il capitolo “Ultimo/Penultimo miglio ferroviario/stradale” prevede il seguente stanziamento:

d) 180 milioni per “Estensione delle infrastrutture comuni per lo sviluppo del Punto franco nuovo”. Le aree in questione sono quelle un tempo appartenenti allo stabilimento siderurgico della Ferriera e oggi destinate a diventare scalo ferroviario e retroporto del futuro Molo VIII, attualmente occupate dalla Piattaforma Logistica.
La descrizione un po’ generica riguarda una serie di interventi su aree pubbliche tra i quali il principale è la stazione ferroviaria di Servola con annessi servizi (palazzine per controlli fitosanitari e altri). Compresi nello stanziamento anche alcuni interventi sulla Grande viabilità, strada di collegamento con la rete nazionale e internazionale. Prevista infine la risistemazione delle aree che diventeranno demaniali sulle quali probabilmente si farà logistica.

Ultimo capitolo di spesa quello relativo a “Elettrificazione delle banchine (Cold ironing)”

e) 8 milioni per “Lavori di elettrificazione delle banchine del Molo Bersaglieri”, la Stazione marittima in centro città.

f) 8 milioni per “Lavori di elettrificazione delle banchine del Molo VII”, il terminal container del porto di Trieste

g) 4 milioni per “Lavori di elettrificazione delle banchine del Molo V e di Riva Traiana”, il terminal Ro-Ro del porto di Trieste

h) 4 milioni per “Lavori di elettrificazione delle banchine Scalo legnami, Piattaforma logistica”, la nuova area gestita dal concessionario di Amburgo HHLA

 

Due i capitoli di spesa per Monfalcone e Porto Nogaro:

i) 7 milioni per il Porto di Monfalcone “Lavori di elettrificazione delle banchine del porto”

l) 7,4 milioni per Porto Nogaro “Elettrificazione delle Banchine”. In questo caso il soggetto attuatore non è più l’Autorità portuale ma la Regione Friuli Venezia Giulia

Da ricordare, infine, la recente conferma di un intervento da finanziare con il Fondo per il rilancio degli investimenti (L. 160/2019) con 32,2 milioni di euro per “Lavori di realizzazione del nuovo layout del piano d’armamento portuale”. Si tratta del nuovo assetto della Stazione ferroviaria di Campo Marzio, punto focale del traffico su rotaia nello scalo triestino.