TRIESTE – Sarà lungo 424 metri e sarà sospeso tra 10 e 60 metri di altezza dal suolo. Si tratta del nuovo viadotto ferroviario le cui fondazioni sono iniziate nei giorni scorsi nella Valle dell’Ospo a un paio di chilometri dal confine tra Italia e Slovenia.
Il progetto fa parte del raddoppio della ferrovia che collega il porto di Capodistria con Divaccia e quindi con la rete internazionale. La struttura, denominato Gabrovica, passerà sotto il più grande viadotto stradale sloveno (Črni Kal) e sarà realizzato in modo da contenere l’impatto ambientale. Non si prevede infatti la classica costruzione “inscatolata”, ma una edificazione a forma di U, all’interno della quale verranno posati i binari ferroviari. In questo modo verrà garantita la protezione dal vento, la limitazione del rumore e il contenimento di eventuali disastri ecologici.
Lo scorso 2 febbraio, intanto, il consiglio di Sorveglianza di 2TDK (la società pubblica che gestisce l’opera) ha siglato un contratto (valore 1,6 milioni di euro) per una serie di indagini geofisiche necessarie alla rilevazione di fenomeni carsici nell’area interessata dalle costruzioni. Le misurazioni con georadar saranno fondamentali per anticipare gli interventi previsti e limitare gli stop ai lavori come accaduto di recente.
La scorsa settimana, infatti, durante la costruzione della galleria di servizio del tunnel Lokev (T1), sono state scoperte due grotte carsiche. Dopo una prima esplorazione, è stato deciso che le cavità verranno in parte preservate. I lavori per la galleria di servizio sono stati temporaneamente sospesi ma, fa sapere 2TDK, lo stop non influirà sulle tempistiche complessive di realizzazione del progetto. Il raddoppio del tratto di binari tra Capodistria e Divaccia, che servirà a dare respiro ai traffici dello scalo sloveno, ha avuto inizio nel maggio del 2021. Seguendo il cronoprogramma del progetto, nel 2026 i treni dovrebbero essere autorizzati al passaggio sulla nuova infrastruttura.