TRIESTE – In questi giorni il consorzio di costruttori che sta realizzando il raddoppio della ferrovia tra il porto di Capodistria e Divaccia ha scavato i primi 1000 metri di tunnel.
L’opera, che servirà a dare respiro ai traffici dello scalo sloveno, ha avuto inizio nel maggio del 2021 e, seguendo il cronoprogramma del progetto, dovrebbe essere completata nel 2025. Un anno più tardi i treni dovrebbero essere autorizzati al passaggio sulla nuova infrastruttura. Entro il 2024 restano da scavare un totale di 37 chilometri fra tunnel ferroviari e tunnel di servizio.
Il mese scorso è stata completata la colata di cemento sul viadotto Glinščica, per il quale sono stati utilizzati circa 10mila metri cubi di calcestruzzo. Questo tratto dell’opera, lungo 215 metri, è stato progettato in scatola chiusa per preservare l’ambiente circostante. Gli interventi conclusivi non potranno essere eseguiti durante l’inverno e dovranno quindi attendere la primavera: termine per il completamento, il 18 maggio 2022. Il viadotto collegherà le gallerie più lunghe sul tracciato del raddoppio ferroviario: il tunnel Lokev (T1) e il tunnel Beka (T2).
L’intera tratta Capodistria-Divaccia sarà lunga 27 chilometri e consentirà ai convogli di raggiungere una velocità di 160 chilometri orari. La linea si alzerà di 430 metri sul livello del mare e tre quarti del percorso saranno scavati in galleria. Diversi cantieri sono oggi attivi contemporaneamente sulla linea, mentre si prevede che le gare d’appalto per i binari e l’elettrificazione saranno intensificate nel corso del 2022.
Dopo l’inizio dei lavori e qualche rallentamento dovuto alla scoperta di una cavità carsica, già da agosto gli interventi erano ripartiti a pieno ritmo seguendo il calendario previsto. Sempre nel corso dell’estate, invece, qualche polemica era seguita alla decisione del “Consiglio per la supervisione civile” di criticare l’opera. In particolare, erano stati sollevati dubbi sull’opportunità di costruire da subito un doppio binario e su alcuni capitoli di spesa.