TRIESTE – Il Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema del Mare Adriatico Settentrionale ha approvato la scorsa settimana il bilancio di previsione per l’anno 2025.
Per l’esercizio 2025 l’Ente prevede un risultato di amministrazione di 22.780.007 euro (parte corrente 23.581.200 euro e risultato economico di 13.645.570 euro). Le entrate correnti, previste in 64.368.000 euro, sono in linea con il dato del 2024 e derivano prevalentemente dalla riscossione dei canoni demaniali, dalla tassa portuale sulle merci sbarcate ed imbarcate e dalla tassa di ancoraggio. Le uscite sono previste in calo sull’anno precedente, con una stima di 40.787.000 euro. Per le entrate in conto capitale nel 2025 si prevede una voce di 5.896.000 e per le uscite di 33.503.000. Le spese previste per il 2025, in particolare per opere ed escavi, ammontano a 22.209.000.
Le entrate in conto capitale risultano inferiori rispetto al 2024 perché non si prevedono nuovi finanziamenti da parte dello Stato e provenienti dal PNRR in aggiunta a quelli ricevuti negli scorsi anni: tutti i progetti strategici del porto sono infatti entrati nella fase di “produzione”, di effettuazione delle progettazioni, di apertura dei cantieri e di attuazione delle iniziative finanziate con le importanti risorse pubbliche disponibili. Per quanto riguarda le spese in opere ed escavi previste nel corso del 2025, le risorse saranno utilizzate per dare piena copertura agli interventi indicati nel programma triennale dei lavori pubblici.

A livello lagunare, si legge nella relazione del Bilancio di previsione, due questioni centrali riguardano la creazione dell’Autorità della Laguna e la gestione operativa del Mose. La nomina del presidente dell’Autorità della Laguna, firmata dalla Presidente del Consiglio a marzo 2024, rappresenta un punto di partenza, per ridefinire il coordinamento delle funzioni commissariali del Mose e del Provveditorato. L’impatto sull’operatività portuale è significativo, poiché le competenze dell’Autorità, che includono pianificazione, manutenzione e accesso al porto, sono cruciali per sincronizzare il sistema di protezione di Venezia con le attività portuali. Secondo il presidente dell’Authority, nel 2025 sarà essenziale considerare le esigenze portuali in tutte le decisioni operative sul Mose, dopo valutazioni tecniche per minimizzare gli impatti sulla navigazione.
I dati CGIA per il Veneto (settembre) indicano un PIL regionale in crescita leggermente superiore alla media nazionale per il 2024 (+1,1%) e in linea con essa per il 2025. Questa ripresa economica contribuisce a stabilizzare i traffici nei porti, con una previsione per fine 2024 di volumi simili o leggermente superiori all’anno precedente. Nel triennio successivo, si attende una crescita dei traffici, con volumi intorno ai 23,5 milioni di tonnellate per il porto di Venezia e stabili intorno alle 800mila tonnellate per Chioggia.
I settori industriali (carbone, chimico, combustibili) sembrano stabilizzati, con prospettive di lieve crescita per i settori petrolifero e chimico se i prezzi delle materie prime rimangono controllati. Il settore siderurgico dovrebbe crescere, spinto dalla domanda interna e dai progetti PNRR. Anche l’agroalimentare potrebbe tornare ai livelli del 2022, mentre per il Ro-Ro si prevede un trend positivo, grazie alla possibile entrata di un nuovo operatore.