TRIESTE – Continua a crescere il porto di Capodistria che nel primo trimestre registra un aumento per tonnellate complessive, container e automobili, ma anche per i ricavi finanziari.
Da gennaio a marzo del 2022 Luka Koper segnala un traffico complessivi di 5,9 milioni di tonnellate (+18%), con una crescita del 4% per i contenitori (268.142 Teu movimentati) e una crescita del 5% anche per il traffico di automobili (176.864 unità movimentate). L’aumento dei volumi di merce, assieme ai servizi aggiuntivi, ha influito positivamente sui ricavi netti, pari a 70,8 milioni di euro, con un aumento del 23% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Come già segnalato, lo shock della guerra in Ucraina – che rischiava di limitare la crescita del porto sloveno grazie alla ripresa dell’economia globale dopo la pandemia da Covid 19 – non ha influito sui risultati, almeno nel primo trimestre. L’esposizione diretta del Gruppo Luka Koper nei confronti della Russia e dell’Ucraina, infatti, è relativamente ridotta, poiché il volume delle merci trasportate attraverso il porto di Capodistria e destinate ai mercati ucraino e russo è insignificante.
Anche gli indicatori finanziari del Gruppo Luka Koper nei primi tre mesi del 2022 sono stati migliori di quelli previsti e di quelli raggiunti nel primo trimestre del 2021. Oltre ai ricavi netti di cui si è già detto, anche Ebidta e Ebidta margin segnano incrementi sostanziosi: rispettivamente +61% a 27,4 milioni di euro e +38,7%.
Nell’introduzione di commento ai dati del primo trimestre, Luka Koper – pur registrando un incremento nel settore – richiama l’attenzione sulle “ulteriori sfide” per quanto riguarda i container. Il riferimento è alla necessità di aree di stoccaggio (sono già partiti investimenti per ovviare al problema), al rallentamento della “rotazione dei container”, che rimangono più a lungo nel porto a causa del sovraffollamento dei magazzini dell’hinterland e dell’arrivo irregolare delle navi. “La situazione del trasporto marittimo globale di container – scriva Luka Koper – è ancora instabile. I porti di tutto il mondo stanno affrontando ritardi delle navi, occupazione delle aree di stoccaggio, interruzioni nella distribuzione, con un impatto sull’intera catena logistica, sul trasporto terrestre, che deve adattarsi a questa situazione. Alla fine di aprile, la Federazione delle compagnie portuali private e dei terminal europei ha pubblicato un appello rivolto alle istituzioni europee per aiutare l’attività portuale a superare questa crisi, aggravata anche dalla chiusura del più grande porto mondiale di Shanghai a causa del Covid. La Federazione prevede che la chiusura di questo porto cinese avrà ripercussioni sui porti europei per i prossimi tre o quattro mesi”.