CAPODISTRIA – Il porto di Capodistria potrà smaltire i fanghi derivati dal dragaggio versandoli direttamente in mare. I dettagli tecnici sono ancora da definire, mentre il riferimento normativo è il Piano dello spazio marittimo, adottato dopo una direttiva UE del 2014.

Dragaggio dei fondali nel porto di Capodistria
Il dragaggio dei fondali è un processo in cui i sedimenti marini (fango) vengono rimossi dal fondo del mare e depositati in un luogo specifico (“cassette”). Lì, il fango si asciuga lentamente, processo che di solito richiede diversi anni. L’area viene poi consolidata con materiale compatto e infine asfaltata o trasformata in aree di stoccaggio. Praticamente tutta l’area portuale è stata costruita in questo modo, tranne gli ultimi due prolungamenti del Molo I, che sono stati costruiti su pali. Lo smaltimento del fango dragato, in sé non è problematico. Il problema sorge a causa della mancanza di aree di smaltimento adeguate. La legislazione non permette di scaricare il fango al di fuori del porto, che quindi sta lentamente esaurendo lo spazio. L’unica area disponibile per lo smaltimento dei fanghi dragati è la cosiddetta Ankaranska bonifika, un luogo sul lato destro della Železniška cesta (strada) verso Ancarano, che è anche destinata all’espansione del porto secondo il Piano Spaziale Nazionale. Pertanto, la possibilità di spostare il fango dragato sul fondo del mare è di fondamentale importanza per l’ulteriore sviluppo e la crescita dello scalo.

Piano dello spazio marittimo
La Slovenia è il primo Stato membro dell’UE nel Mediterraneo orientale che ha elaborato e adottato un Piano spaziale marittimo (PSM). È entrato in vigore il 17 luglio 2021 ed è stato presentato al pubblico dal Ministero dell’Ambiente alla fine di settembre. È considerato un documento strategico. E’ la prima volta dalla sua indipendenza che la Slovenia ha adottato un piano per armonizzare tutte le 12 attività esistenti nel mare sloveno: turismo e attività acquatiche ricreative, pesca, maricoltura, saline, patrimonio archeologico subacqueo e altri. Nel 2014, il Parlamento europeo ha adottato la direttiva che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo (2014/89/UE), che incoraggia gli Stati membri a promuovere la crescita sostenibile delle economie marittime, lo sviluppo sostenibile delle zone marine e l’uso sostenibile delle risorse marine. Come Stato membro sul mare, la Slovenia ha intrapreso la preparazione del suo primo Piano dello spazio marittimo, che costituisce un approccio integrato alla pianificazione e alla gestione del mare.

L’impatto del PSM sul porto di Capodistria
Una delle sezioni del PSM riguarda il settore marino e il trasporto marittimo. La novità più importante per il Porto di Capodistria è costituita dalla possibilità di trasferire il materiale derivato dal dragaggio dei fondali di nuovo in mare. Questo approccio sostenibile, utilizzato anche da altri porti in tutto il mondo, permetterà a Luka Koper di sviluppare ulteriormente il porto in linea con le tendenze logistiche globali, in particolare l’arrivo di navi sempre più grandi e con maggiore pescaggio. Tutto ciò è già stato messo in opera di recente nel 2014, quando Luka Koper ha dragato il fondale del Termina container a -15 metri, consentendo l’ormeggio di navi container di maggiori dimensioni e più grandi e rafforzare propria posizione nell’Adriatico settentrionale. Il dragaggio è anche essenziale per mantenere la sicurezza della navigazione. Nel porto di Capodistria, c’è la necessità di mantenere sempre una certa profondità nel bacino per garantire il passaggio regolare delle navi. Il dragaggio o la pulizia del fondale vengono effettuati in base alle necessità. Il materiale dragato è stato finora smaltito in luoghi designati noti come “cassette” all’interno dell’area portuale.

Selezione della tecnica di dragaggio
Quando si affronta il dragaggio dei fondali, la scelta della tecnica giusta è molto importante. Le draghe si dividono per dimensioni, tecnologia di dragaggio e destinazione d’uso. Per il dragaggio del 2014, l’appaltatore del porto di Capodistria, la società olandese Van Oord, ha utilizzato una draga aspirante. Ha prima aspirato il fango con una pompa aspirante, lo ha immagazzinato nello scafo, poi si è collegata a un tubo nel Bacino III e ha pompato il contenuto del fango dragato nella “cassetta”.
Per trasferire il materiale dragato, si dovrà ora utilizzare un diverso metodo. La decisione sulla tecnica più adatta sarà presa durante la fase di pianificazione. Prima di ciò, tuttavia, dovranno essere effettuate le analisi e le indagini necessarie, comprese quelle archeologiche in corrispondenza dei siti scelti.