TRIESTE – Si riaprono le prospettive per Porto Nogaro, dopo che il Tribunale di Gorizia ha ritenuto legittimi i dragaggi effettuati dalla Regione nel 2019 a seguito dell’incagliamento di una nave.
Assolti dall’accusa di aver gestito illecitamente i fanghi “perché il fatto non sussiste” due funzionari regionali, uno dell’Arpa (agenzia per l’ambiente) e l’allora comandante dell’Ufficio circondariale marittimo.
L’intervento urgente disposto dalla Regione nel canale di Porto Buso, effettuato nel giugno 2019 dopo l’incaglio della Joy H all’ingresso di Porto Nogaro nel febbraio dello stesso anno, era pienamente legittimo. Così ha stabilito il Tribunale di Gorizia, assolvendo con la formula più ampia gli imputati che, applicando le previsioni normative di esclusione dalla normativa sui rifiuti, erano intervenuti con la massima urgenza per ripristinare la piena operatività del porto.
La sentenza del Tribunale di Gorizia ha altresì disposto l’immediato dissequestro del tratto di canale interessato. Il dissequestro permette ora di programmare tutta una serie di importati interventi da cui deriveranno sviluppo e valorizzazione dello scalo regionale. Porto Nogaro avrà dunque il via libera per i dragaggi previsti dalla Regione e potrà quindi essere rilanciato secondo i programmi del Piano Triennale.
Al momento, per effetto dell’incagliamento, è infatti ancora vigente l’Ordinanza di limitazione che che permette l’ingresso di navi di sole 4/5.000 tonnellate, a fronte di quelle da 8/10.000 tonnellate, più adatte alla tipologia di imprese del tessuto industriale che fa riferimento al porto. Confindustria Udine aveva stimato che la situazione faccia perdere 1 milione di tonnellate l’anno di merce, a fronte di un volume di traffico che attualmente si aggira attorno a 1,4 milioni di tonnellate.
Gli operatori sono ancora costretti a dirottare le navi su altri scali (Marghera e addirittura Ravenna), oppure allo scalo di Monfalcone, che però per lunghi periodi nel corso dell’anno risulta intasato, con conseguente aumento dei costi. “Occorre agire subito per evitare che Porto Nogaro venga progressivamente abbandonato, con danni economici non solo alle industrie utenti dello scalo, ma a tutto il comparto economico – aveva sottolineato Confindustria in una nota – che vi ruota intorno: case di spedizioni, operatori portuali, agenti marittimi, autotrasportatori, imprese di servizi, attività commerciali, ovvero l’intera economia della Bassa Friulana”.