TRIESTE – Sottoscritto oggi a Trieste un protocollo d’intesa su sorveglianza ambientale marina tra Guardia costiera, Regione FVG e Arpa.
Il protocollo, ha precisato il Comandante del porto di Trieste, Luciano Del Prete, nasce dal comune obiettivo, condiviso con Regione e Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa), di ottimizzare la gestione ed il controllo delle attività connesse alla tutela ambientale, con specifico riferimento alla tutela dell’ambiente marino costiero ed al controllo transfrontaliero dei rifiuti.
Dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 “Norme in materia ambientale” derivano, in particolare, per il Corpo delle Capitanerie di Porto–Guardia Costiera i compiti istituzionali consistenti nelle attività di prevenzione e contrasto di eventuali illeciti che possano arrecare nocumento o situazioni di pericolo per l’ambiente marino e costiero, così come le attività di sorveglianza e repressione dei traffici illeciti e smaltimenti illegali di rifiuti.

L’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, ha specificato come la sottoscrizione di questo documento avrà indubbie ricadute positive in tema di controlli di natura amministrativa alle attività economiche nel rispetto del D.Lgs 103/2024.
La nuova norma, infatti, ha lo scopo di evitare la duplicazione dei controlli, imponendo agli Organismi e Autorità di controllo di fare rete e di lavorare in modo sinergico.
Il protocollo permette di coordinare azioni strategiche favorendo sinergie, ottimizzando risorse e garantendo maggiore efficacia nella realizzazione di progetti di interesse comune. Ciascuno dei firmatari si impegna a svolgere le rispettive attività di vigilanza, controllo e tecnico scientifiche, favorendo lo scambio reciproco di informazioni e di dati in proprio possesso, non tutelati da specifici vincoli di riservatezza. Ma anche ad organizzare e partecipare attivamente a momenti di formazione, aggiornamento e approfondimento al fine di perseguire una conoscenza giuridica e amministrativa condivisa, oltre alla più ampia uniformità interpretativa della normativa vigente in tema di tutela ambientale.

Intanto l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) ha reso noto un report della Commissione Ue che rileva un calo (del 29%) di rifiuti marini lungo le coste europee tra il 2015 e il 2021.
Il report si basa su dati forniti dagli Stati membri dell’UE sull’abbondanza e tipologia dei macro-rifiuti in spiagge selezionate in Europa. Questi dati sono stati raccolti seguendo le indicazioni della Guida al monitoraggio dei rifiuti marini nei mari europei – un documento che contiene raccomandazioni fondamentali per il campionamento, l’analisi e la registrazione dei rifiuti marini – raccolti dai Paesi dell’UE.
Nonostante le tendenze incoraggianti, che evidenziano gli impatti positivi delle misure di mitigazione adottate tramite la legislazione UE, gli sforzi a livello nazionale e l’impegno pubblico, in molte aree europee l’abbondanza dei rifiuti rimane elevata, rendendo necessaria l’implementazione di ulteriori misure.