TRIESTE – Resi noti dall’Authority i dati del 2021 per i porti di Trieste e Monfalcone, che crescono per il numero di treni e le tonnellate di merce movimentata.
La “cura del ferro” è sempre stato un obiettivo fondamentale nello sviluppo dello scalo, e questo spiega il commento entusiasta del presidente dell’Autorità portuale del Mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino: «Siamo un modello per il cargo ferroviario, nel 2021 superate le soglie obiettivo dell’UE. Oltre il 50% dei container e il 41 % dei semirimorchi in arrivo o partenza al porto viaggiano già via ferro». Trieste si conferma dunque primo scalo ferroviario d’Italia con 9.304 treni manovrati nel 2021 (+15,13%).
Ma anche il resto dei dati confermano che nel 2021 lo scalo del Friuli Venezia Giulia ha avviato un forte recupero sul primo anno della pandemia: + 2,23% i volumi totali, con più di 55 milioni di tonnellate movimentate. Prendendo in esame i settori merceologici, spicca il dato relativo al general cargo (Ro-Ro e container), in crescita del +8,19% con 17.363.451 tonnellate.
Nel 2021, il comparto Ro-Ro ha confermato un andamento di crescita sostenuta (+25,57%), con 305.804 unità transitate. Si tratta del record storico per l’Autostrada del Mare con la Turchia: 763 toccate (+34%), rispetto alle 569 dell’anno precedente.
Il settore container, invece, dopo anni di crescita, nel 2021 sconta una flessione del -2,42% pari a 757.243 Teu movimentati. Calo che viene attribuito a molteplici fattori: pandemia, blocco del Canale di Suez, aumento dei noli, difficoltà nel reperimento di Teu vuoti e, ad ottobre, le manifestazioni che hanno parzialmente bloccato i traffici. Il decremento complessivo dipende in particolare dal Molo VII gestito da Trieste Marine Terminal (-5 %) con oltre 652.00 Teu movimentati; al contrario, il traffico container presente sulla linea Ro-Ro per la Turchia ha registrato una variazione positiva del +25,76% con 104.769 Teu.
L’Authority ricorda anche che la nuova piattaforma logistica gestita da HHLA PLT, ha accolto alla fine del 2021 la sua prima nave portacontenitori, inaugurando così il servizio “TMX3” di CMA CGM che collega la Turchia e gli scali del Mar Adriatico con frequenza settimanale.
L’analisi sul settore mette in evidenza che i contenitori pieni registrano un sostanziale invariato (-0,03% 600.911 Teu), a fronte di un -10,62% (156.332 TEU) di Teu vuoti. Inoltre, si rileva il dato positivo del traffico hinterland gateway diretto (+7,16%) con 529.740 Teu (che diventa +9,16% se paragonato al 2019, anno della pre-pandemia quando il traffico hinterland registrò 485.274 Teu); cala invece il transhipment con un -19,24% (227.503 Teu). Secondo l’Authority, appare quindi evidente “… che il ruolo gateway di Trieste è in continua crescita sul bacino di mercato europeo. Dinamica chiaramente trainata dall’espansione dell’utilizzo della ferrovia di questi anni, compreso il 2021. Basti vedere che i servizi intermodali sviluppati da una decina di imprese ferroviarie attive nel porto e da svariati operatori logistici, aumentano in frequenza e in origine/destinazione quasi completamente su scala internazionale, sia per i container che per i semirimorchi”.
Dinamica positiva per le rinfuse solide (+5,73%) con 571.791 tonnellate movimentate, mentre le rinfuse liquide, dopo un anno contrastante, hanno mantenuto nel complesso gli stessi valori dell’anno precedente (-0,37%) con 37.426.452 tonnellate.

Porto di Monfalcone
In decisa ripresa anche il porto di Monfalcone, che nel corso del 2021 ha registrato una movimentazione complessiva di 3.279.833 tonnellate (+11,39%). Nello specifico, il settore rinfuse solide con una movimentazione pari a 2.452.482 tonnellate, ha segnato una crescita del +20,91%. Continua il buon andamento delle sottocategorie “prodotti metallurgici” (+23,18%) e “minerali” con un +25,29% rispetto al 2020.
Flessione per il settore general cargo (-9,71%) e forte crescita dei contenitori (+115,13% e 1.493 Teu movimentati), pur trattandosi di valori in assoluto ancora poco rilevanti. Resta ancora con il segno meno, invece, il comparto dei veicoli commerciali (-17,94%) con 70.764 unità transitate. L’andamento negativo è causato dalla nota crisi per la mancanza di semiconduttori, che ha condizionato la produzione e allungato i tempi di consegna delle vetture. Come per lo scalo giuliano, anche Monfalcone cresce nel traffico ferroviario (1.317 treni, +19,84%) rispetto all’anno precedente.
Sommando i dati ferroviari dei due porti, si arriva ai 10.621 treni, con Monfalcone che pesa per il 12,4% complessivo del Sistema Portuale dell’Adriatico Orientale. «Si tratta di un dato unico in Italia ed in Europa – conclude D’Agostino – che giustifica e sostiene l’importante politica di investimento ferroviario che l’Autorità di Sistema Portuale, RFI, la Regione FVG e il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili stanno concretamente sviluppando in quest’area anche grazie ai finanziamenti del PNRR e del Fondo Complementare”.