TRIESTE – Cimolai spa ha comunicato di aver provveduto al deposito al Tribunale di Trieste della domanda di accesso agli strumenti di regolazione della crisi previsti dal Codice della crisi d’impresa.
La domanda dovrebbe mettere in sicurezza l’azienda, i suoi business e l’occupazione garantendo la continuità produttiva. Il portafoglio ordini del Gruppo – si legge in una breve nota rilasciata da Cimolai – è di oltre 830 milioni. Nel Piano di ristrutturazione che la società sta elaborando “… è previsto un importante rafforzamento patrimoniale al quale hanno già manifestato interesse diversi soggetti italiani ed esteri”.
Dunque nuovi soci o la cessione della società dopo almeno un tentativo di ripianare i debiti. Questo lo scenario che si prospetta, mentre non è chiara la situazione debitoria. Il Sole 24 Ore accennava a operazioni in derivati per circa un miliardo, dalle quali si sarebbero generato debiti per oltre 300 milioni.
Ora ci sono 120 giorni a disposizione per la presentazione di u piano industriale che possa essere approvato dal giudice che verrà incaricato di seguire la vicenda, assieme al pool di commercialisti e avvocati. La decisione di rivolgersi al Tribunale per portare avanti una specie di concordato preventivo (in realtà si tratta di una ristrutturazione con omologazione , secondo i nuovi strumenti a disposizione delle aziende per evitare il fallimento) ha lo scopo di evitare che i creditori (banche soprattutto) chiedano da subito il rientro di quanto dovuto.
Prima di tutto però, come si evince anche dalla nota stampa emessa da Cimolai, si attende la ricapitalizzazione, sia attraverso un intervento della famiglia che esterno.