TRIESTE – Dopo la decisione di fermare la produzione di motori allo stabilimento di Bagnoli della Rosandra (Trieste), Wartsila Italia respinge la richiesta di prorogare i contratti di solidarietà.
«Non posso che valutare negativamente il comportamento di artsila, che risponde con un atto ostile alla grande disponibilità espressa dal Governo, anche per tramite della partecipata Ansaldo e della Regione, per l’individuazione di strumenti e percorsi condivisi finalizzati alla reindustrializzazione del sito di Bagnoli della Rosandra». Lo ha detto oggi a Roma l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, al tavolo del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mise), alla presenza del sottosegretario Fausta Bergamotto, dei rappresentanti italiani dell’azienda finlandese, dei sindacati e di Ansaldo energia, gruppo partecipato dallo Stato e interessato a subentrare nel sito industriale per produzioni legate alla transizione energetica. Collegato in videoconferenza anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, il quale ha parlato di un forte impegno messo in campo dal Governo e dal sottosegretario Bergamotto, mentre ha definito “irresponsabile” la posizione dell’azienda, «che non si è resa disponibile ad accompagnare il percorso di reindustrializzazione».
“L’azienda ha respinto la richiesta delle organizzazioni sindacali e dello stesso Governo di prorogare i contratti di solidarietà per ulteriori sei mesi. Un atto di arroganza gravissimo da parte della multinazionale, che apre la strada del licenziamento per centinaia di lavoratori diretti e degli appalti e che pone forti dubbi sulla stessa permanenza della multinazionale in tutto il territorio nazionale” scrivono in una nota congiunta Luca Trevisan, segretario nazionale Fiom-Cgil e Marco Relli,
segretario generale Fiom-Cgil di Trieste.
Secondo la Fiom-Cgil, Wartsila Italia compie una scelta irresponsabile che fa precipitare la vertenza e apre scenari drammatici per le lavoratrici e i lavoratori.
“Adesso, per scongiurare i licenziamenti, occorre che il Governo scenda in campo con determinazione, per far recedere Wartsila dalla sua decisione e per un accordo di programma da realizzarsi in tempi certi sulla reindustrializzazione del sito di Trieste” si legge ancora. L’obiettivo dei sindacati è quello di garantire la continuità
produttiva del sito e salvaguardare l’occupazione dell’insieme dei lavoratori.
«L’azienda finlandese – ha aggiunto l’assessore Rosolen – continua purtroppo a non considerare una propria responsabilità il progetto di reindustrializzazione del sito, con l’aggravante che con il comportamento odierno rischia consapevolmente di rendere il percorso più difficoltoso. Va ribadito, quindi, che se Wartsila deciderà di riaprire la procedura per la cessazione di attività, le istituzioni, assieme alle parti sociali, eserciteranno fino in fondo le proprie prerogative».