VENEZIA – Investimenti per rispondere alle difficoltà. È questa la strategia del porto di Venezia che, alla luce dell’ultimo bilancio fatto questa mattina nella sede dell’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico Settentrionale, è stata presentata dal presidente Fulvio Lino di Blasio.
Dalla sala Comitato Di Blasio non ha nascosto i risultati negativi, contrassegnati, per quanto riguarda Venezia, da 23.029.952 tonnellate (-6,7%) totali movimentate nel periodo tra dicembre 2021-novembre 2022 e dicembre 2022-novembre 2023. «Tengono le merci varie (+0,8%), c’è una contrazione delle rinfuse solide (-4,5%) e liquide (-18%), bene i collegamenti Ro-Ro (+12,2%) e i passeggeri (508mila, +110,2 %, su cui però pende “l’azzeramento del Clini-Passera”, ndr)», ha esordito il numero uno dell’Authority. Di Blasio ha interpretato quindi i numeri: «C’è una stagnazione generale sulla produzione industriale, anche la macchina produttiva tedesca è in rallentamento, ci sono contrazione a prestiti e imprese, il rallentamento ha coinvolto tutto il sistema portuale italiano. In particolare, le rinfuse liquide non sono una decrescita non recuperabile, è che è cambiato il modello. I porti stanno andando verso il ruolo di hub energetico, un luogo di produzione e di energie rinnovabili, c’è un cambio di business».
Su Chioggia le tonnellate sono 738mila (-2,5%), per quello che è un «porto in grande difficoltà, su cui stiamo facendo opere di dragaggi per tendere a un assestamento dopo risultati duri e difficili. Si sta rivelando un’ottima scelta per le navi passeggeri piccole». Infatti, al calo delle merci varie (-7,5%) e dei minerali (-3,8%), corrisponde una sostanziale parità sulle rinfuse solide (-0,2%) e un boom nelle derrate (+28,7%), accompagnate dalla “novità” dei passeggeri con 42.768 delle 52.404 totali in home port.
Ai dati Di Blasio ha contrapposto altri dati, di sostegno allo sviluppo, quindi gli investimenti e i progetti.
Dopo un 2021 in cui si è presa visione degli sviluppi possibili, il 2022 è stato l’anno delle analisi, per arrivare al 2023 con la pubblicazione di alcuni bandi relativi a interventi fermi da anni. Il prossimo anno è atteso quindi un riassetto del sistema portuale che culminerà nel 2025-26 con la fase di rilancio per i prossimi anni.
Nello specifico, sono state rilasciate 400 nuove concessioni, 250 milioni di euro di gare pubblicate, 280 milioni di euro di investimenti garantiti per l’area di Montesyndial, 72 milioni di euro per la nuova stazione marittima Canale Nord-Sponda Nord, 162 milioni di euro di valore dei bandi per gli escavi e 80 milioni di euro di gara aggiudicate nell’anno.
Sul tema degli escavi grande attenzione è riposta nel canale Vittorio Emanuele, particolarmente sotto attenzione da parte delle associazioni ambientaliste cittadine. Il sub commissario alle crociere, Fabio Russo, ha quindi specificato che: «L’80% dell’attuale sezione esiste, si valuta un incremento del 20%. In alcune parti si potrebbe pensare a un escavo manutentivo fino a nove metri, che non sarebbe però nuovo». I costi potrebbero arrivare, comprensivi degli studi e dei modelli matematici, a 40 milioni di euro. Di questi, 21 sono stati stanziati per il primo stralcio. Così facendo, si renderebbe navigabile il canale per navi di piccola-media dimensione, che potrebbero raggiungere nuovamente la stazione marittima del Tronchetto.
Sempre in tema di navigabilità è stato anche affrontato il progetto del Channelling, studio che prevede un pacchetto di soluzioni gestionali, infrastrutturali e di protezione delle sponde che consentono di ridurre l’impatto del traffico navale. «Prevede due stralci, il primo interamente coperto, da 82 milioni, e il secondo che porterebbe l’intervento complessivo a 125 milioni. Su Chioggia è invece intervenuto il direttore tecnico Giovanni Terranova: «partendo dalle richieste del mondo degli operatori abbiamo stabilito di dare impulso a attività commerciali sia a Saloni che Val Da Rio. È necessario garantire un fondale di 8 metri, Saloni è già a 7,50, Val Da Rio è invece tra i 7 e 7,50, sarà un lavoro per garantire la profondità degli accosti commerciali, per un volume totale di 160mila-200mila metri cubi».
Attesa è riservata all’area Montesyndial per lo sviluppo intermodale. Sono attualmente in corso di svolgimento le attività relative all’affidamento del primo stralcio progettuale dell’intervento, mediante procedura aperta con termine accelerati per oltre 192 milioni di euro. I finanziamenti ottenuti dall’autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrionale e del commissario Montesyndial ammontano a 280 milioni di euro.