TRIESTE – Inizia a rappresentare un problema serio, nel bacino del Cantiere San Marco di Trieste gestito da Fincantieri, la presenza dello yacht “A”, congelato dalla Guardia di Finanza in quanto nella disponibilità di un oligarca vicino a Putin.
In questi giorni Fincantieri e Agenzia del Demanio (che ha in custodia il bene) stanno collaborando con Prefettura di Trieste, Capitaneria di porto e MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) per liberare il bacino. La stessa Fincantieri, infatti, è in attesa di collocarvi la Norwegian Prima, nave da crociera oggi ancora in cantiere a Porto Marghera, in attesa di essere consegnata all’armatore. Si tratta di una nave realizzata proprio da Fincantieri e il cui varo tecnico è avvenuto in agosto. La data di consegna è prevista alla fine dell’estate, ma la nave, basata su un prototipo con una configurazione di prodotto innovativa, è attesa a Trieste nella seconda metà di aprile per ultimare le lavorazioni. Nessun commento da parte di Fincantieri, ma si sa che sono già allo studio alternative allo scalo del Friuli Venezia Giulia, qualora la questione non dovesse risolversi in tempi rapidi.
E proprio le tempistiche sono una delle maggiori incertezze legate al congelamento dello yacht a vela. La prossima settimana è prevista una riunione tra i soggetti interessati per mettere mano a una situazione più che delicata. Ycht “A” ha infatti perso bandiera, ente di classe e assicurazione. Difficile spostarlo e soprattutto trovargli una collocazione adeguata. Oltre a Norwegian Prima (142.500 tonnellate di stazza lorda, quasi 300 metri di lunghezza e una capacità di ospitare 3.215 passeggeri), al cantiere triestino sono attese anche altre imbarcazioni di minori dimensioni, tutte con contratti di manutenzione. Ragion per cui Fincantieri rischia di non poter rispettare gli impegni. La speranza è quella di poter risolvere tutto in un paio di settimane ma potrebbero volerci anche due mesi.