TRIESTE – Cinquanta milioni di euro di investimenti e occupazione per 810 persone distribuite nelle varie realtà italiane (Trieste, Napoli, Taranto e Genova).
Questa la proposta della multinazionale finlandese Wartsila, illustrata oggi pomeriggio a Trieste nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia con la presentazione di un Piano industriale.
L’incontro rientra nella trattativa, tuttora aperta a livello ministeriale, per una proposta alternativa dopo la decisione di Wartsila di chiudere la produzione di motori (soprattutto marini ma destinati anche alle power plant) nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra, a due passi dal porto di Trieste.
Proprio a Trieste dovrebbero restare le attività di ricerca e di service, anche se più di qualche dubbio è già stato sollevato sulla possibilità – nel lungo termine – che il service resista senza la produzione.
«La conferma della volontà da parte di Wartsila di destinare, nel prossimo triennio, 50 milioni di euro in Italia alle attività di ricerca e sviluppo costituisce una solida base di partenza per un dialogo più approfondito tra istituzioni, parti sociali e azienda, finalizzato a delineare un quadro di dettaglio sulle specifiche ricadute territoriali degli investimenti” Questo il commento dell’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, dopo il primo tavolo sul Piano industriale della multinazionale finlandese.
L’incontro, coordinato dalla Rgeione Fvg su mandato del ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha visto la partecipazione dello stesso Mimit, dei rappresentanti di Wartsila Italia, di Confindustria Alto Adriatico, delle organizzazioni sindacali e delle altre amministrazioni regionali (Campania, Liguria e Puglia) interessate dalla presenza del Gruppo industriale.
Dei 50 milioni di euro stanziati per le attività di Engines R&D, da qui al 2025 interesseranno in quota maggioritaria (40 milioni) le attività di sviluppo e, per i restanti 10 milioni, l’acquisizione di strumenti per migliorare le capacità di test dei motori a 2 e 4 tempi: risorse alle quali si somma un incremento dell’organico di 50 nuove posizioni sul triennio interessato, al fine di rafforzare le competenze strategiche.
«Al pari dei sindacati e di Confindustria – ha proseguito Rosolen – la Regione ha chiesto ulteriori approfondimenti all’azienda, sia per quanto concerne la strategicità degli investimenti sul territorio nazionale che sul versante delle garanzie occupazionali sui quattro siti interessati a livello nazionale».
Concetti, quelli espressi da Rosolen, ripresi in videocollegamento dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Sergio Emidio Bini, secondo il quale «i dati aggregati messi a disposizione del tavolo di lavoro da Wartsila offrono un’indicazione ancora troppo embrionale, non sufficiente a chiarire tutti gli interrogativi sugli effetti del piano industriale».
Le parti hanno pertanto convenuto di darsi il tempo di analizzare il piano in ogni suo punto e di riaggiornarsi, in data da definirsi, per entrare nel merito della disamina.