TRIESTE – Wartsila ha rifiutato ieri al tavolo del Ministero la mediazione che aveva ricevuto l’ok delle altre parti coinvolte. Niente proroga degli ammortizzatori sociali per i lavoratori dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra (Trieste).
Dopo la decisione di chiudere la produzione (trasferita in Finlandia) di motori marini (dei quali faceva grande uso anche Fincantieri), la Wartsila potrebbe ora aprire in qualsiasi momento la procedura (ex legge 234) che porterebbe al licenziamento, entro otto mesi, dei circa 300 dipendenti ancora interessati – assieme all’indotto – dalla chiusura dello stabilimento.
«Pentiti di aver dato credito ad una azienda che, fin da subito, si è mossa in modo scomposto, ed amareggiata perché non più di dieci giorni fa sono stati chiesti ulteriori fondi al Ministero, ben sapendo che oggi però non si sarebbe raggiunto l’accordo. La mancata firma è quindi un atto scellerato». Così si è espressa l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, al termine della riunione tenutasi ieri a Roma nella sede del ministero delle Imprese e del made in Italy, durante la quale si è cercato con l’azienda finlandese di trovare un accordo sui contratti di solidarietà.
«L’azienda ha ricevuto uno schiaffo di fronte alla procedura errata aperta il 14 luglio 2022 e adesso pensa che, con basi culturali e sociali ben distanti dal sentire italiano, può aprire serenamente una procedura così grave, perpetrando una fase conflittuale che tutti abbiamo cercato di mettere da parte in tutto questo tempo» ha aggiunto l’assessore. La Regione Fvg, ha promesso Rosolen, farà tutto ciò che sarà possibile per contrastare la scelta di Wartsila. «Con questa farsa, che ha assunto i torni di una sceneggiata, l’azienda si è assunta una responsabilità gravissima. Inizieremo ora le interlocuzioni con il Governo – ha detto l’assessore – per un eventuale intervento sulla legge 234. Ci troviamo infatti ora di fronte ad una fase che non merita alcuno sconto».
Nel frattempo, già da mesi si sta lavorando sulle ipotesi di reindustrializzazione, con Ansaldo e Mitsubishi tra le più concrete e una presenza di Fincantieri ma non in maniera diretta.
“Irresponsabile” è invece l’aggettivo usato dal direttore generale di Confindustria Alto Adriatico, Massimiliano Ciarrocchi, per definire il comportamento di Wartsila. Un atteggiamento, ha spiegato Ciarrocchi, che rischia di pregiudicare la possibilità di un Accordo programma proprio per la reindustrializzazione del sito.
Le rappresentanze sindacali dello stabilimento di Bagnoli, intanto hanno già inviato un messaggio ai dipendenti, per comunicare che “… i finlandesi e la dirigenza locale di Wartsila hanno nei fatti rigettato l’accordo di proroga del Cds per 6 mesi già convenuto con le oo.ss. e il governo. Una decisione gravissima quella di Wartsila che fa precipitare la situazione e che nei fatti apre la strada del licenziamento per centinaia di lavoratori”. Per questo motivo, in questa fase, per la tutela delle retribuzioni, si invitano i lavoratori a recarsi in azienda per accedere al posto di lavoro lavoro. “In caso di impedimento all’ingresso ti invitiamo a formalizzare ai guardiani la tua presenza in azienda, sarà inoltre nostro compito inviare all’azienda una lettera con la tua messa a disposizione con a carico di Wartsila la retribuzione contrattuale diretta e differita” si legge nel messaggio. Venerdì prossimo sarà invece convocata l’assemblea generale dei lavoratori, per assumere le opportune decisioni e la ripresa della mobilitazione.