TRIESTE – Un accordo, definito “provvisorio” è stato trovato tra il Comune di Venezia e la Norwegian Cruise Line Holding (Ncl) per regolarizzate la sosta in rada per le navi da crociera.
Lo sbarco sui “lancioni” – il primo è già avvenuto lo scorso 17 aprile – e il sistema turistico “mordi e fuggi” non è gradito all’amministrazione comunale, che in più occasioni si era detta impegnata a limitare questo genere di procedura. Da’ltro canto, Norwegian cruise si era vista costretta ad adottare questo sistema, a causa della difficoltà nel trovare ormeggi liberi a porto Marghera, ritenuto peraltro poco consono a questo genere di turismo.
Con l’accordo appena raggiunto, la Compagnia darà un contributo di 600mila euro l’anno per tre anni, che il Comune utilizzerà nell’ambito sociale e culturale, mentre le navi utilizzate avranno dimensioni ridotte (entro le 100mila tonnellate), le soste in rada saranno limitate a 15 l’anno (escludendo i weekend) e dovranno avvenire a più di due miglia dalla costa per non interferire con l’attività balneare. Ai passeggeri, inoltre, verrà fornito il materiale informativo della campagna #EnjoyRespectVenezia, che ha come obiettivo la sensibilizzazione dei turisti verso comportamenti rispettosi dell’ambiente e dei suoi abitanti.
«Si tratta di un accordo provvisorio che fa in modo di mettere alcuni paletti a quella che è la procedura per lo sbarco dei passeggeri e il trasferimento. Allo stesso modo viene riconosciuto qualcosa alla città, ma è un accordo provvisorio, in attesa che venga predisposto il Canale nord-lato nord», ha spiegato il vicesindaco Andrea Tomaello che ha la delega ai porti.
Il rappresentante del Carroccio ha poi proseguito, chiarendo ulteriormente il suo punto di vista: «Resto ancora convinto che la situazione “home port” sia la migliore, per questo si tratta di un accordo temporaneo, che cerca di sensibilizzare al rispetto per la città con comportamenti consoni alle fragilità della laguna».
La questione crociere è al centro della discussione dalla decisione di vietare il passaggio nel Canale della Giudecca con il decreto del Governo guidato da Mario Draghi. Nelle ultime settimane però, l’argomento si è concentrato sull’allarme lanciato da Federagenti per bocca del presidente, Alessandro Santi. Secondo Santi, infatti, le limitazioni imposte a Venezia hanno portato nocumento all’intero settore nell’Adriatico, favorendo destinazioni estere.
Sulla questione era intervenuto anche il presidente dell’Authority (anche Commissario per le crociere), Fulvio Lino Di Blasio, indicando – come fatto oggi dal Comune di Venezia – l’home port come modello da perseguire.