TRIESTE – Il Tribunale amministrativo del Lazio, riunendo una serie di ricorsi, ha annullato l’aumento dei canoni demaniali deciso dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel dicembre del 2022.
L’adeguamento Istat del 25,15% era stato contestato anche da Assiterminal, che si era unita ad un precedente ricorso in rappresentanza dei maggiori terminalisti portuali italiani.
Allo stesso modo, anche Assomarinas aveva contestato l’aumento, nell’interesse dei porti turistici disseminati sul territorio nazionale.

Il Tar ha accolto la tesi secondo la quale il decreto ministeriale era illegittimo per aver impiegato un indice statistico non contemplato dalla fonte primaria, ovvero per aver sostituito l’indice previsto dal legislatore con altro del quale ha sancito l’assoluta diversità. Il giudici amministrativi, infatti, hanno stabilito che tale sostituzione “finisce in realtà, nel momento in cui è impiegata anche per l’aggiornamento dei canoni demaniali e non per finalità eminentemente statistiche, per violare la scelta del legislatore, per niente neutrale, ma espressione di valutazioni propriamente politiche; scelta che soltanto tale organo può in ipotesi modificare”.
Secondo i ricorrenti, si legge nella sentenza, “l’aumento avrebbe dovuto al più essere, anziché del 25,15% (media di 8,6% e 41,7%), […] del 8,6% (in alternativa la media tra 8,6% e zero, ossia 4,3%)”.

«La sentenza, nell’annullare il decreto direttoriale MIT del 2023 in combinato disposto con l’art 15 del dl 104/2023, dovrebbe determinare un diverso criterio di calcolo delle percentuali di variazioni canoni concessori da applicarsi ai minimi previsti in concessione/regolamenti portuali. Ora sta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ha commentato Alessandro Ferrari, direttore Assiterminal – adeguare i propri provvedimenti stabiliti per decreto, alle ADSP procedere ai conguagli, ovvero trovare forme di compensazione (per tutti i concessionari – compresi i terminal crociere) e risolvere un tema dibattutto e contrastato anche da Assiterminal da più di 2 anni, nell’interesse di tutto il cluster della portualità».

“Trattandosi di una pronuncia che ha rilevanza e portata generale anche tutti gli atti esecutivi emanati in applicazione del decreto annullato devono intendersi caducati. Le Autorità dovranno pertanto rideterminare i canoni escludendo l’applicazione del +25,15% e le somme che risulteranno versate in conseguenza dell’incremento annullato dovranno andare a scomputo dei canoni a venire” si legge in una nota di Assomarinas.
«Siamo estremamente soddisfatti del risultato raggiunto – ha commentato il presidente di Assomarinas Roberto Perocchio – frutto di un lavoro tenace e costante che ci ha portato a proseguire con convinzione il contenzioso in sede di giustizia amministrativa e a veder accolte le nostre richieste valorizzando l’operato della nostra Associazione».