TRIESTE – «Gli studi commissionati dalla Regione hanno messo in evidenza come la manifestazione d’interesse pervenuta sia molto articolata, in particolare sul fronte urbanistico, dei trasporti ed economico, e tale da comportare per le finanze pubbliche un esborso superiore ai 250 milioni di euro per opere di dragaggio e potenziamento degli assi viari e ferroviari, per la cui realizzazione si prefigurano tempistiche dilatate nel tempo. Alla luce di ciò, e tenuto debito conto anche delle istanze manifestate dai Comuni limitrofi alla zona industriale, questa amministrazione ha deliberato di prediligere altre tipologie di investimento nell’area Aussa Corno».
Con queste parole, oggi in in Consiglio regionale, l’assessore alle Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, è intervenuto in merito alla proposta di progetto per un’acciaieria, presentata dalla Danieli per conto di Metinvest, che gestirebbe l’impianto.
Secondo Bini, l’operato della Regione e dei suoi uffici è sempre stato trasparente e coerente. Dopo aver ricevuto una manifestazione d’interesse privata, ha spiegato l’assessore, sono stati prontamente coinvolti i territori interessati, le cui istanze e segnalazioni sono state attentamente considerate. Inoltre, sono stati predisposti degli studi di approfondimento, per valutare il possibile impatto ambientale, economico e sociale dell’insediamento. «Soltanto di fronte alle evidenze di questi studi – ha aggiunto Bini – è stato possibile maturare una decisione che fosse supportata da dati scientifici ed esatti».
Nell’area, ha poi spiegato l’assessore, insistono problematiche di natura urbanistica e infrastrutturale: per i dragaggi e per il consolidamento dei terreni si prevede una stima economica preliminare di circa 170 milioni di euro, cui andrebbero aggiunti l’eventuale potenziamento dello scalo ferroviario (con la connessione alla stazione di Torviscosa, al costo stimato di oltre 50 milioni di euro) e la realizzazione di un secondo accesso viario alla zona industriale. «Soltanto le opere di infrastrutturazione – ha ribadito Bini – comporterebbero un impatto per le casse della Regione ben superiore ai 250 milioni di euro e tempistiche di realizzazione dilatate nel tempo. Conseguenze a tal punto rilevanti da far prediligere altre tipologie di investimento».
Proprio per l’infrastrutturazione dell’area, la Regione ha già stanziato 20 milioni di euro: un investimento avviato a prescindere dalla manifestazione d’interesse ricevuta e coerente con la politica di sviluppo dell’Aussa Corno,
«Alla luce di queste due criticità – ha concluso Bini – l’area denominata “Punta Sud” offre importanti potenzialità, vista anche la vicinanza con il canale navigabile. Sono queste considerazioni che hanno portato l’amministrazione regionale a puntare sull’infrastrutturazione dell’area, per favorire nuovi insediamenti con un approccio che dovrà essere equilibrato, armonico e coerente con le valenze ambientali tipiche del luogo, così come evidenziato dagli studi. Per il futuro, dunque, si prevede di prediligere tipologie di insediamento leggere, orientate ad un alto valore tecnologico e ad un basso impatto ambientale. Ciò dovrà andare di pari passo con il potenziamento delle strutture e lo sviluppo delle marine in chiave turistica, portando avanti quella virtuosa capacità di coabitazione che da sempre contraddistingue l’area».
L’assessore a Infrastrutture e Territorio, Cristina Amirante ha chiarito, invece, in merito al raccordo ferroviario che collega il binario principale linea Venezia-Trieste con la zona produttiva dell’Aussa Corno che «… è oggetto di una progettazione in parte finanziata dall’Unione europea e che dovrebbe vedere un primo step alla fine dell’anno. Non appena avremo svolta l’istruttoria tecnica condivideremo, con le due commissioni, le risultanze di questa progettazione che ha il valore complessivo di circa 30 milioni di euro».