TRIESTE – Attese e incertezze anche al porto di Capodistria, dove si registrano ritardi per le navi in arrivo dal Far East.
La crisi causata dagli attacchi dei ribelli Houthi nell’area dello stretto di Bab el-Mandeb (largo 20 miglia nautiche e lungo 70) che fa da ingresso meridionale del Mar Rosso, sta causando problemi anche al porto di Capodistria, così come a tutti gli scali del Nord Adriatico.
Già all’inizio di dicembre è giunta notizia di un attacco ad una portacontainer cinese di OOCL, diretta proprio allo scalo sloveno. Sempre a dicembre, altre due navi portacontainer hanno subito un ritardo e dovrebbero raggiungere Capodistria in questi giorni. Una parte del carico, arriverà nel Nord Adriatico attraverso gli hub di trashipment, mentre ritardi si registrano anche per le car carrier. «Già sappiamo che alcuni armatori arriveranno a Capodistria a febbraio anziché a gennaio» ha dichiarato Gregor Belič, membro del Consiglio di amministrazione di Luka Koper, società di gestione del porto di Capodistria. Proprio a causa dei ritardi, è prevista una congestione nel traffico container nella seconda metà di gennaio, con le conseguenti criticità operative. Per quanto riguarda il segmento degli autoveicoli, invece, automobilistico, un maggior numero di arrivi è previsto a febbraio.
La sfida più grande, secondo il presidente dell’Associazione degli spedizionieri, Čedomir Bojanić, è quella di riorientare i flussi di merci. Lo stesso Bojanić ha evidenziato come il transit time attraverso Suez costituisca il principale vantaggio competitivo per il porto di Capodistria (così come per gli altri scali del Nord Adriatico), soprattutto per quanto riguarda l’export.

Nel suo bollettino periodico, Luka Koper ha anche riassunto con uno schema la situazione della crisi nel Mar Rosso e la scelta di molte compagnie di navigazione di adottare la rotta che doppia il Capo di Buona Speranza per raggiungere il Mediterraneo.

Passaggio attraverso il Canale di Suez: 22.000 navi all’anno, 25-30% della flotta mondiale di container e 12% del commercio globale.

Circumnavigazione dell’Africa: estensione della rotta da 10 a 14 giorni, costi aggiuntivi fino a 1 milione dollari per nave (solo andata), armatori che dovrebbero aumentare dal 15 al 20% la flotta per stare al passo con i servizi container esistenti.