TRIESTE – Rete ferroviaria italiana (RFI) ha confermato gli interventi e la conseguente temporanea chiusura della ferrovia Pontebbana dal 1 al 31 luglio di quest’anno.
Le alternative al valico di Tarvisio fra Italia e Austria per i convogli provenienti dal porto di Trieste prevedono itinerari con l’istradamento dei treni internazionali (sia viaggiatori che merci) per i valichi del Brennero, di Gorizia Centrale e di Villa Opicina. In questo secondo caso significa l’utilizzo del tunnel ferroviario delle Caravanche fra Slovenia e Austria, recentemente ristrutturato per aumentarne la capacità oraria, pur senza raddoppiare i binari.
Tra gli operatori – pur consci del lasso di tempo limitato – serpeggia qualche preoccupazione per dover utilizzare un valico internazionale (Brennero) piuttosto congestionato e con allungamenti del transi time. Ma anche per il passaggio attraverso la Stazione di Villa Opicina, ancora interessata da interventi di adeguamento. Anche per questo motivo si sono intensificate in queste settimane le riunioni tra RFI, Authority e operatori portuali di Trieste per limitare al massimo i disagi. I treni destinati alla Baviera e all’Europa centrale seguiranno la via del Brennero, mentre per le destinazioni dell’Europa orientale la stazione di Villaco verrà raggiunta attraversando la Slovenia.
I lavori per “Ripristino regolarità tracciato” e “Sostituzione piastre IPA con ballast” riguarderanno una serie di manutenzioni alla piattaforma in cemento che in alcuni tratti della linea aveva sostituito lo schema classico a traverse. La chiusura della Pontebbana – precisano da RFI, sarà limitata alla tratta Carnia– Tarvisio Boscoverde, lasciando libera la circolazione fra Udine e Carnia e fra Tarvisio Boscoverde e il confine di Stato.
Inaugurata nel 1879, la Pontebbana è ancora oggi un asse ferroviario fondamentale per collegare il Nordest italiano e soprattutto il Porto di Trieste con l’Est Europa, mercato principale dello scalo regionale del Friuli Venezia Giulia. Il porto di Trieste ha puntato molto del suo sviluppo sull’intermodalità, con oltre il 50% dei container e il 41 % dei semirimorchi in arrivo o partenza via ferro. Non a caso, nel 2021, Trieste si è confermata primo scalo ferroviario d’Italia con 9.304 treni manovrati (+15,13%).