TRIESTE – Ucraina e Croazia hanno raggiunto un accordo per esportare il grano ucraino attraverso i porti croati.
Il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba e quello croato, Gordan Grlic-Radman, hanno trovato un’intesa per l’utilizzo dei porti croati sull’Adriatico e sul Danubio per il trasporto dell’alimento.
Tra i primi, com’è lecito attendersi, dovrebbe esserci lo scalo di Fiume, che già lo scorso anno era stato interessato da questo genere di traffico, così come quello di Trieste.
«Abbiamo concordato la possibilità di utilizzare i porti croati sul Danubio e sul Mare Adriatico per il trasporto del grano ucraino. Ora lavoreremo per stabilire le rotte più efficienti verso questi porti e sfruttare al meglio questa opportunità» ha detto Kuleba dopo l’incontro con Grlić-Radman.
L’intesa, di non facile realizzazione per questioni logistiche, fa seguito alle ipotesi già circolate nei mesi scorsi circa un possibile utilizzo di scali e infrastrutture ferroviarie europee per ovviare al mancato rinnovo degli accordi tra Ucraina e Russia proprio sulle esportazioni di grano.
Nei giorni scorsi, peraltro, l’Associazione ucraina del grano aveva proposto un aumento delle esportazioni attraverso i cosiddetti “Corridoi di solidarietà” proprio verso i porti europei, con successiva spedizione verso Paesi terzi. L’obiettivo è quello di aumentare l’export 1 a 1,5 milioni di tonnellate al mese, anche per compensare parte dei costi dei vettori e dei terminal interessati dalle operazioni.
L’Associazione ucraina del grano ha affermato che la capacità può essere aumentata lungo i corridoii che giungono ai porti degli Stati baltici (Klaipeda e altri), Germania (Rostock, Amburgo), Paesi Bassi (Rotterdam), Croazia (Fiume), Italia (Trieste) e Slovenia (Capodistria).
Queste direttrici sono difficili da percorrere a causa della complessità e del costo della logistica rispetto ad altre rotte, con una differenza di prezzo di circa 30-40 euro a tonnellata.
Per questi motivi, come già ipotizzato, si progetta il trasferimento dei controlli sanitari, fitosanitari e veterinari dal confine con l’Ucraina al territorio del Paese di destinazione; ma anche l’introduzione di sovvenzioni da parte della Commissione europea per compensare i vettori europei per i costi logistici aggiuntivi.
Il 17 luglio scorso, la Russia ha abbandonato la Black Sea Grain Initiative, che aveva consentito il passaggio sicuro di 33 milioni di tonnellate di cereali e altri prodotti alimentari dai porti ucraini.
L’iniziativa era stata mediata nel luglio 2022 dalla Turchia e dalle Nazioni Unite, dopo che l’invasione della Russia nel febbraio 2022 aveva interrotto le esportazioni, causando inflazione dei prezzi e insicurezza alimentare.