TRIESTE – È stato respinto il ricorso al Tar che chiedeva l’annullamento dei provvedimenti della Capitaneria di porto di Venezia in merito all’affidamento, con nuove tariffe, del servizio di rimorchio marittimo alla Rimorchiatori Riuniti Panfido & C. srl.Il ricorso era stato presentato da Assarmatori, Federagenti e Associazione agenti raccomandatari e mediatori marittimi del Veneto.
In particolare, si chiedeva l’annullamento dell’ordinanza della Capitaneria di Porto del 31 dicembre 2021 con la quale è stata disposta la verifica tariffaria biennale e l’aumento delle tariffe del servizio di rimorchio per l’anno 2022, per un valore pari al 16,70%. Ma anche del decreto della stessa Capitaneria del 27 dicembre 2021, con il quale è stata prorogata di un anno a favore della società Rimorchiatori Riuniti Panfido & C srl la concessione del servizio di Rimorchio, mantenendo invariati i rimorchiatori nonostante la diminuzione del traffico passeggeri del 99,6%.
Secondo i ricorrenti, disciplina e organizzazione dei servizi tecnico-nautici dovrebbero essere stabilite dall’Autorità Marittima d’intesa con la competente Autorità di sistema portuale. L’ordinanza, invece, sarebbe stata adottata senza intesa e addirittura in contrasto con il parere negativo espresso dall’Authority.
Anche la determinazione delle tariffe di rimorchio sarebbe stata fatta in violazione di legge, e senza tenere conto che la contrazione dei traffici dovuta alla pandemia e al decreto che ha impedito alle “grandi navi” di accedere alla Laguna di Venezia sarebbe accompagnata da un aumento delle tariffe stesse, senza preoccupazione per l’effetto che l’aumento può avere sui traffici stessi.
Di diverso avviso i giudici amministrativi i quali, oltre e citare le norme a sostegno delle decisioni della Capitaneria, hanno evidenziato che lo scambio di note del 30 dicembre 2021 tra la Capitaneria di Porto e l’Associazione Rimorchiatori, per quanto riguarda le tariffe, l’indice finale di incremento, inizialmente previsto nella misura del 18,38%, è stato ridotto al 16,70%, avvicinandolo in modo significativo al 15,67% suggerito dall’Autorità di sistema portuale.
Sempre secondo il Tar, inoltre, “… nonostante la riduzione del traffico marittimo, le esigenze di ricorso ai rimorchiatori non sono risultate così differenti da giustificare la riduzione del loro numero in attesa dello svolgimento della procedura di affidamento della nuova concessione e di una compiuta riorganizzazione del servizio”.