TRIESTE – Sono stati avviati, ieri nella sede regionale delle Protezione civile a Palmanova, i lavori per redigere il Piano regionale di emergenza per affrontare scenari di inquinamento marino e costiero da idrocarburi e altre sostanze nocive.
«La collaborazione tra istituzioni è fondamentale per garantire la tutela delle comunità e dei territori della nostra regione. Per la protezione della costa, che in Friuli Venezia Giulia è lunga, fortemente caratterizzata, di complessa e impegnativa gestione, la formazione e l’aggiornamento mirato e continuo dei volontari di protezione civile comunali diventa altrettanto strategica». Così il vicepresidente (con delega alla Protezione civile) della Regione FVG, Riccardo Riccardi, ha spiegato le ragioni che hanno indotto l’amministrazione a progettare il Piano.
Al vertice hanno preso parte i referenti delle prefetture, la Capitaneria di porto, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) e gli amministratori dei Comuni della regione che potrebbero essere interessanti da sversamenti a mare.
Si partirà dalla valutazione dello stato di fatto della costa, per proseguire con la formazione e l’aggiornamento mirato e continuo dei volontari di Protezione civile, accertando anche la disponibilità di risorse, mezzi, materiali e dotazioni per contenere eventuali inquinamenti costieri o nell’ambito lagunare.
Il primo incontro è servito a predisporre le linee guida per la classificazione preliminare dei tratti costieri, a cura di ciascun Comune, col supporto della Protezione civile regionale mediante la piattaforma dei piani di emergenza. Saranno codificate le modalità operative sia per le attività di monitoraggio ordinario che per affrontare situazioni di inquinamento di minore entità e situazioni gravi e gravissime, in sinergia con le strutture nazionali. La classificazione delle coste è propedeutica alla definizione dei modelli di intervento per la rimozione delle sostanze inquinanti.
Proprio la Protezione civile di Monfalcone è stata chiamata ad una serie di interventi, dopo lo sversamento a mare avvenuto nel porto durante le operazioni di bunkeraggio di una portarinfuse.