TRIESTE – «Un porto isolato non va da nessuna parte». Con queste parole il Commissario dell’Autorità portuale dei porti di Trieste e Monfalcone, Antonio Gurrieri, ha inaugurato oggi la sua prima uscita pubblica dopo la nomina.

L’occasione è stata fornita da un convegno organizzato a Trieste da Confcoopertaive, durante il quale Gurrieri ha avuto modo di tracciare anche quelle che, verosimilmente, saranno le linee guida del suo mandato dopo che avrà ricevuto l’incarico ufficiale per la presidenza dell’Authority.
«È essenziale fare sistema, anche perché il nostro porto viene spesso imitato o invidiato, non soltanto in Italia, ma anche in Europa. Immagino un unico cluster, allargato a industria e servizi» ha spiegato Gurrieri rivolto alla platea.
«Invece di guardare verso il mare, con le spalle al mare abbiamo una prospettiva diversa e molto completa verso il territorio» ha proseguito il Commissario dell’Authority, che ha già nominato il Segretario generale: si tratta di Vittorio Torbianelli, Commissario uscente e già con lo stesso incarico durante l’ultimo mandato di Zeno D’Agostino.
Gurrieri ha poi attirato l’attenzione sulle prerogative a Trieste del regime di Porto Franco internazionale, che evidentemente intende rilanciare.
«Il Porto Franco può essere pensato anche in funzione di offrire un’opportunità nel corso della guerra dei dazi. Non pensiamo di sfruttare le disgrazie altrui, ma è bene sapere che Trieste è già pronta ad offrire opportunità. Inoltre, analizzeremo come possiamo essere di supporto alle ZLS (Zona logistica semplificata, ndr) in Friuli Venezia Giulia» ha continuato Gurrieri.

Nel corso del suo intervento, il neocommissario ha poi ribadito concetti che ha già avuto modo di esporre negli anni passati come amministratore delegato di Alpe Adria, la società di logistica che l’Authority condivide con Friulia (finanziaria della Regione Friuli Venezia Giulia) e Mercitalia Rail (Gruppo Ferrovie dello Stato).
Si tratta in particolare di nuovi corridoi, in parte avviati e in parte pensati, che potrebbero determinare il futuro dei porti di Trieste e Monfalcone.
Nel dettaglio, è emersa l’opportunità di una collaborazione “verso Ovest” fino ad arrivare al porto di Genova, che potrebbe essere interessato per il traffico di caffè crudo.
Per Gurrieri due ottime opportunità sono rappresentate anche dall’Imec (Corridoio indomediterraneo) e dal Middle Corridor che attraversa l’Asia via ferrovia mettendo in connessione Europa e Cina.
Ma altre possibilità possono essere fornite dal collegamento già attivo Nord-Sud con Marcianise e con l’Abruzzo, senza contare la recente esperienza della Serbia, che potrebbe servire ad aprire la strada in modo organico nei Balcani.

Gurrieri, che ha concluso annunciando un atteso calo del traffico container nei prossimi mesi a causa della rottura dell’alleanza 2M tra Msc e Maersk, ha voluto fornire alcuni dati che disegnano l’importanza dei porti di Trieste e Monfalcone nel panorama regionale. In riferimento al biennio appena trascorso, sono poco meno di 10mila i posti di lavoro comprensivi dell’indotto, un valore della produzione (considerando tutti i soggetti coinvolti) di circa 2 miliardi di euro l’anno e un gettito fiscale di 700 milioni.